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Convegno “Biodiversità significati e limiti” –

Prato il 17 e 18 Settembre 2015.
http://www.biodiversitasignificatielimiti.cnr.it/
Note e riflessioni di Paolo Manzelli, <egocreanet2012@gmail.com

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Le crisi dell’economia globale, l’ alterazione sistematica, l’ambiente vitale e le preoccupazioni sociali contemporanee condividono le stesse radici di una profonda necessita’ di cambiamento di un sistema socio economico della societa’ industriale che mira a realizzare profitti a breve termine evitando di pre-occuparsi della sostenibilita’ della vita nel lungo periodo. Affrontare questa crisi epocale di un ecosistema che va verso l’ auto distruzione, richiede non solo lo sviluppo tecnologico, ma una innovazione sociale e culturale determinante nel favorire un complesso cambio di paradigma denominato Living Economy che sara’ basato su una nuova solidarietà e co-operazione tra i popoli, al posto di un sistema di spietata concorrenza tra nazioni, industrie, classi sociali e generazioni.
I nostri modelli mentali sono basati sul riduzionismo meccanico e nella loro limitatezza per la comprensione della vita, determinano non solo un modo sbagliato di dare senso alla sostenibilita’ solidale del mondo in cui viviamo, ma viceversa indirizzano stili di vita e cognizioni incapaci di far fronte ad una rapida azione condivisa per dare sviluppo ad un futuro sostenibile basato sul una strategia di co-evoluzione attiva tra crescita uomo e la biodiversità dell’ambiente come nucleo fondante della “Living Economy”.

I limiti della Scienzameccanica” sono oggi resi evidenti da una continua erosione di certezze documentate cosi che e’ iniziata una profonda revisione cognitiva che tende ad aprire e superare i limiti del campo visivo tradizionale della scienza. Un nuovo paradigma scientifico si propone di corrispondere all’ urgenza di capire come agire e cosa cambiare nella vecchia cultura meccanica per favorire la sopravvivenza della biodiversita’ della vita sulla terra. Infatti la logica della Scienza Meccanica e’ stata fondata su una concettualita’ lineare dove ” il tutto equivale alla somma dei suoi componenti“, pertanto sotto tale profilo cognitivo anche la biodiversita’ viene intesa come la semplice sommatoria del numero di specie che popolano la terra che oggi va diminuendo. Questa concezione “meccanica” non prende in considerazione il fatto che la Biodiversita’ è un indicatore di “co-variazione condivisa degli ecosistemi” che rende possibile la vita come complessa relazione di convivenza basata sulla reciprocita’ dello sviluppo evolutivo del sistema vivente.

La ‘biodiversità’ vista nella sua complessita’ di relazioni di condivisione della vita, è stata definita dalla Commissione Europea Agricoltura (DG AGRI, 1999) come “…..la variabilità della vita e dei suoi processi includente tutte le forme di vita, dalla singola cellula agli organismi piú complessi, a tutti i processi, ai percorsi e ai cicli che collegano gli organismi viventi alle popolazioni, agli ecosistemi e ai paesaggi”.
Tale definizione tiene ottimamente conto dei fattori genetici e di quelli epigenetici che regolano la espressione del DNA . Purtroppo nella prassi la Commissione Europea predilige favorire la competitivita’ e non la biodiversita’.
Ad es. recentemente la CE considera la normativa italiana sulla produzione di formaggi, da uniformare a quella Europea. In Italia la legge impone di fare formaggi con latte fresco anziche’ con il latte in polvere, in quanto quest’ultimo è deprivato di alti valori nutrizionali dalla pastorizzazione ad elevate temperature e successiva essiccazione. La normativa Italiana, che favorisce la biodiversita’ della produzione del latte fresco prodotto localmente per fare formaggi artigianali, viene cosi’ considerata dalla CE una violazione alla libera competitivita’ nel quadro della circolazione delle merci all’interno dell’UE. Questa contraddizione tra Dichiarazioni di Principio sull’ impotanza della biodiversita’ e la competitivita’ del mercato, favorisce la produzione di formaggi standardizzati e commercialmente piu’ competitivi perche ottenuti utilizzando latte in polvere di libera provenienza, e cio’ conduce la produzione di formaggi verso un ribasso della loro qualità nutritiva, sottraendo specificità e diversificazione dei prodotti caseari che indubitabilmente va ad incidere negativamente sulla bio-diversita’ della produzione del latte.
Esempi come il il precedente dimostrano l’ incompatibilita’ della difesa della biodiversita’ in un sistema economico fondato sulla competitivita’.

Di fatto la biodivesita’ è necessaria in natura come nella cultura, poiche’ senza la capacità di cambiare, gli organismi viventi non sarebbero in grado di adattarsi a condizioni mutevoli dell’ ambiente nella sua evoluzione.

A livello molecolare biologico il cambiamento che genera la biodiversita’ è prodotto da elementi trasponibili (trasposoni), e dal “crossing-over” nella meiosi (divisione cellulare dei gameti e loro ricomposizione) e da molteplici modalita’ di interazione epigenetica che agiscono sulle effettive possibilita’ di espressione dei DNA. Questi sono alcuni dei processi che garantiscono a livello molecolare la varietà selettiva delle configurazioni genetiche che a loro volta consentono la variazione, l’adattamento e l’evoluzione. In particolare le modifiche a carico delle proteine della cromatina e del suo rimodellamento, possono influire direttamente sulle variazioni dell’ espressione dei geni. Questo spiega perché le cellule differenziate in un organismo pluricellulare esprimono solo i geni necessari alla loro attività. Nel caso che i cambiamenti epigenetici riguardano l’ ovulo materno allora tali cambiamenti epigenetici possono essere ereditati . Altresi’ durante la ricomposizione del DNA nella ” meiosi ” i cambiamenti epigenetici scompaiono senza poter essere ereditati .

Queste cognizioni sono utili per capire come si attua la biodiversita’ in natura, la quale permette la coesistenza di una vasta eterogeneità dei sistemi viventi. Lo sviluppo recente delle ricerche sull’ informazione epigenetica derivante dall’ ambiente sull’ effettiva traduzione delle informazioni codificate nel DNA, supera ormai la vecchia semplificazione delle concezioni meccaniche-deterministiche che tenevano conto conto del solo parametro della diversita’ genetica, trascurando cosi’ il fatto che la complessita’ epigenetica di ogni sistema vivente. La vita infatti viene ‘codificata’ non solo dal proprio ‘genoma’, ma viene ‘costruita “epi-geneticamente’ da molteplici fattori ambientali. Recenti studi epigenetici mettono in evidenza come il cambiamento ambientale sia in grado di apportare modifiche all’espressione genica, senza cambiare la sequenza codificante del DNA, ma attivando selettivamente il modo in cui i geni vengono espressi, determinando di conseguenza la piu’ probabile organizzazione di insiemi di condivisione cooperativa della circolazione dell’ informazione bio-ecologica.

Come esempio ben noto di informazione epigenetica sappiamo che le piante ad infiorescenza hanno un momento per fiorire che dipende dalla temperatura e pressione dell’ aria ed da altre complesse altre informazioni ( luminosita’ dello spettro solare ecc ) percepite dall’ ambiente. Tali informazioni epigenetiche attivano tutta una serie di reazioni biochimiche che catalizzano l’ espressione delle sezioni del DNA responsabili della infiorescenza. Specie di piante diverse fioriscono in base a informazioni ambientali diverse. Cambiando l’ informazione epigenetica l’infiorescenza si blocca.

Mancano ormai pochi mesi al Vertice di Parigi, (COP21-dal 30 novembre – 11 dicembre 2015), dove si deciderà la volonta’ ed il destino della sostenibilita’ della vita sul nostro pianeta, mettendo in evidenza le soluzioni da intraprendere per mitigare le condizioni ormai insostenibili causate dal cambiamento del clima e dalla distruzione sistematica dell’ ambiente naturale che vanno a degradare sistematicamente la biodiversita’ della vita sul nostro pianeta. L’eventuale accordo internazionale che verra’ deciso nell’ ambito di COP21 dovrà certamente indirizzare la strategia di un profondo cambiamento dell’ ormai obsoleto paradigma “meccanico-deterministico” della scienza al fine di delineare nuove opportunita’ di sostenibilita’ della vita per tramite di una rinnovata creazione ed invenzione di nuovi modi di fare scienza e di nuove e rinnovate capacita’ di produzione e di consumo piu’ rispettose dell’ ambiente e della sostenibilita’ della biodiversita’ in natura,

In tale contesto di profondo rinnovamento delle conoscenze potremo dare un contributo a delineare responsabilmente cosa e come quando cambiare nella scienza riduzionista meccanica della quale la biologia contemporanea è divenuta un semplice corollario, cio’ in modo da poter modificare strutturalmente il tipo di sviluppo industriale della produzione e consumo che si fonda ancora su una base concettuale riduzionista della “meccanica” cosi’ che, per tramite criteri di competitivita’ derivati da un assurdo “Darwinismo-Sociale” della lotta per l’esistenza e della selezione razzista è stata finalizzata a promuovere la ricchezza ed il potere di pochi ed di conseguenza aumentare la poverta’ e la fame di molti.

Certamente per dar vita al nuovo paradigma della “Living Economy” dovremo ancora capire responsabilmente come la competitivita’ sviluppata’ come base indiscussa del sistema di sviluppo industriale sia la vera causa concettuale della distruzione sistematica dell’ ambiente e pertanto dovremo comprendere a fondo come la competitivita’ economica conduca anche ad eliminare sistematicamente la biodiversita’ delle specie viventi.

Charles Darwin per primo comprese che un problema fondamentale della biologia fosse quello di capire la ragione per cui in un mondo naturale di competitivita’ tra le specie ed inter-specifica, la biodiversita’ aumentasse anziche’ diminuire. Oggi sappiamo che le fasi del processo di differenziazione, sia per la scomparsa di specie non adatte che per speciazione innovativa, sono sostanzialmente causate dall’ adattamento ai cambiamenti ambientali, climatici, alimentari e culturali, che regolano l’ “Informazione Epigenetica”.
L’ Epigenetica (dal greco επί, epì = “sopra” e γεννετικός, gennetikòs = .ereditario) si riferisce alle modificazioni che attivano/ disattivano particolari sequenze genetiche pur non agendo sulla mutazione della codificazione principale del DNA. . Pertanto la variabilita’ dell’ informazione epigenetica va ad agire selettivamente anche sulle probabilita’ di mutazione genetica determinando la crescita della biodiversita’ in sistemi ecologici non alterati dalla presenza distruttiva irresponsabile dell’uomo.

Purtroppo il paradigma meccanico-determinista ha dominato per vari secoli la nostra cultura dello sviluppo industriale cosi che, l’ accettazione delle sue limitazioni concettuali, ha reso possibile pensare ad un progresso di sviluppo lineare senza limiti, che oggi se perseverera’ ancora inalterato, sara’ la causa di una autodistruzione progressiva della stessa specie umana.
Dobbiamo pertanto capire che la degenerazione della biodiversita’ è una reale disgrazia per la sopravvivenza dell’ umanita’ in quanto essa comporta inevitabilmente la depauperazione della qualita’ del cibo e la degradazione della fertilita’ dell’ humus della terra ed include la deteriorizzazione sistematica di ogni possibilita’ di resilienza del bilancio ecologico delle risorse naturali.

In conclusione la bio-diversita è di fatto necessaria alla sopravvivenza della vita del pianeta in quanto la terra e’ un sistema vitale che si evolve come un unico e complesso equilibrio evolutivo proprio del sistema vivente.

Nell’ ambito del paradigma socialmente innovativo della Living Economy dovremo pertanto dare sviluppo ad una nuova cultura di circolarita’ collaborativa della vita come fondamento naturale che diventa fondamento della futura societa’ della conoscenza condivisa, dove il fulcro del cambiamento sara’ centrato nel porre come priorita’ il fatto che l’ uomo non potra’ sopravvivere se non sapra’ regolare e far evolvere responsabilmente la propria interdipendenza co-evolutiva con il sistema naturale della vita sulla Terra.

Sappiamo che i sistemi ecologici condividono numerose forme di collaborazione sia per simbiosi che di biocenosi instaurando complesse relazioni di interazione collaborativa le quali sono la parte essenziale della sostenibilita’ degli ecosistemi viventi. Infatti in natura l’ istinto competitivo tra gli animali ha una funzione non distruttrice delle altre specie ma solo quella di mantenere in equilibrio la popolazione di specie diverse ed è tesa a migliorare ciascuna specie selettivamente.

Viceversa l’ economia industriale ha preso come fonte unica di ispirazione un modello di competizione denominata “Darwiniana” basata su un antagonismo senza limiti, che è quello che oggi conduce irrimediabilmente a pesanti ed inaccettabili distorsioni sociali che a loro volta inducono anche la degenerazione morale come conseguenza di un sistema di assurda competizione di tutti contro tutto.

A tal proposito abbiamo recentemente visto come la Grecia sia caduta nella trappola economica della competitivita’ eretta a simbolo della nostra epoca globale, nella quale prospera l’attirare investimenti esteri , mentre le nazioni sono costrette a ridurre prontamente il loro tenore sociale di vita (salari, assistenza, qualità della vita e dell’ ambiente ed infine la limitazione della libertà politica). Risultato netto di questo sistema di estorsione finanziaria competitiva è un abbassamento globale delle condizioni e delle aspettative in nome della competitività dello sviluppo e della prosperità economica.

Pertanto quello che serve oggi e’ il rinnovo di una cultura essenzialmente creativa che cambi definitivamente criteri che relazionano la competitivita’ produttiva e commerciale e lo sviluppo sociale che sono diventati antagonisti e che pertanto costituiscono la nostra rovina proprio in quanto conducono direttamente alll’ inevitabile collasso del sistema competitivo della societa’ industriale. Infatti la progressione consumistica dei paesi industrializzati non ha fatto la dovuta attenzione alle conseguenze della limitatezza delle risorse naturali, fingendo inoltre di poter ignorare la crisi strutturale generata dall’ inquinamento ambientale, dall’ effetto serra ed dai conseguenti mutamenti climatici, ecc.. che ormai rappresentano un punto di non ritorno e pertanto mettono in evidenza l’ improrogabilita’ di un profondo cambiamento culturale ed economico del sistema globale di sviluppo industriale.

In tale contesto di profondo cambiamento economico e cognitivo è ormai necessario capire che la biodiversita’ e’ incompatibile con gli interessi competitivi inclusi nel contesto culturale antropocentrico individuale ed egoistico dello sviluppo industriale, la’ dove la competitivita’ e’ stata eletta a sistema fondante ed indiscutibile dello sviluppo economico, e che oggi, in presenza della crisi di sistema, diventa sopraffazione e violenza ed infine guerra tra i popoli stupidamente indotta dall’ avidità di denaro di pochi, sostenuti da finanzieri e banchieri ed affaristi della peggior specie, che per aumentare la loro ricchezza conducono il genere umano a sprofondare in una crisi globale irreversibile di cui non si vede la fine.

La Bio diversita’ è pertanto necessaria per dare sviluppo evolutivo alla complessa collaborazione del sistema vivente. Infatti i rapporti di simbiosi tra specie viventi in natura migliorano, a reciproco vantaggio gli organismi coinvolti, cosi’ i funghi ed i batteri co-operativamente metabolizzano gli elementi minerali presenti nel suolo, che vengono utilizzati dalle radici delle pianta. Le piante a loro volta forniscono ai funghi simbionti gli zuccheri prodotti con la fotosintesi indispensabili al loro metabolismo, ma che essi non sono in grado di sintetizzare. Inoltre la cooperazione e la condivisione sociale hanno un ruolo fondamentale in moltissimi gruppi di di animali e di insetti.
Purtroppo per avvalorare le logiche che favoriscano la competitivita’ economica-finanziaria , si riflette poco sulle attivita’ collaborative della vita in natura pur sapendo che i fiori si affidano all’ impollinazione degli insetti, che la frutta ha una valore per la distribuzione dei semi, che la nostra respirazione di ossigeno dall’ aria è permessa dalla simbiosi ancestrale del nostro organismo con una batterio il Mitocondrio che ci permette di vivere in un ambiente ossigenato dalla produzione secolare delle piante verdi, ovvero che i batteri nel nostro intestino convivono determinando una collaborazione di biocenosi con noi permettendoci di alimentarci. Pertanto in natura anziche’ agire con modalita’ competitive moltissime specie condividono forme di biocenosi instaurando con complesse relazioni di interazione cooperativa che sono parte fondamentale della sostenibilita’ di tutti degli ecosistemi viventi,….ma nella cultura della cosi’ detta “moderna civiltà occidentale”, tali interrelazioni intrinsecamente collaborative che danno vita a sistemi ecologici complessi, sono state messe ben poco in evidenza da una cultura tesa ad proprio per affermare il “metodo della competizione” come naturale lotta per l’ esistenza, cos’i da poterlo applicare al mondo della produzione dell’ economia della societa’ industriale, tutto cio’ solo per favorire un assurdo accumulo di ricchezza nelle mani di pochi, che ormai, in tempo di crisi strutturale del sistema industriale viene stupidamente gestito da egocentriche logiche di potere fine a se stesse.

A tutta questa cultura di assurda competitivita’ tra gli uomini priva di rispetto per l’ ambiente va posto definitivamente fine per realizzare la nuova strategia della LIVING ECONOMY basata sulla solidarieta’ umana e la sostenibilita’ ambientale puntualmente finalizzate ad individuare nuovi modelli cognitivi economici e comportamentali in grado di interpretare la realtà umana, culturale e scientifica, come nuovo fondamento socialmente innovativo dello sviluppo alternativo della futura societa’ della conoscenza.

BIBLIO ON LINE

Living Economics :
http://www.amazon.com/Living-Economics-Yesterday-Independent-Political/dp/1598130757 ;
Meccanicismo: http://www.scienzaeconoscenza.it/articolo_for_print.php?id=22704
Crisi e Superamento del meccanicismo: http://www.edscuola.it/archivio/lre/MECCANICISMO.pdf
Crollo Meccanica: http://www.quantumbionet.org/admin/files/3rd%20Quantumbionet%20Workshop%20rel_PM_def.pdf
Collasso Societa Industriale:http://www.caosmanagement.it/182-l-imminente-rischio-di-collasso-della-societo-industriale
BIODIVERSITA ED ALIMENTAZIONE 2010 in: https://dabpensiero.wordpress.com/2010/06/
Cromatina:http://www.treccani.it/enciclopedia/la-cromatina-e-il-controllo-dell-espressione-genica_(Enciclopedia_della_Scienza_e_della_Tecnica)/
Remote Control by DNA: http://www.edscuola.it/archivio/lre/remote_control_by_dna.pdf
DNA-Epicenetic-Antenna:http://www.edscuola.it/archivio/lre/DNA-MUSIC.pdf ;
http://www.edscuola.it/archivio/lre/dna_come_antenna_biologica.htm ;
Casi di simbiosi in natura: http://www.telecomitalia.com/content/dam/telecomitalia/it/archivio
L’ Eta dellaEmpatia: http://www.garzantilibri.it/default.php?page=visu_libro&CPID=2762
Territorio ZERO: http://www.territoriozero.org/prefazione.html
Azoto-fissazione : (https://it.wikipedia.org/wiki/Azotofissazione )
Micorrizza: (https://it.wikipedia.org/wiki/Micorriza)
Krisis: http://docenti.unicam.it/tmp/4037.pdf
Il Punto di Svolta: https://it.wikipedia.org/wiki/Il_punto_di_svolta
EGOCREANET si propone di costituire un’ alleanza sociale transdisciplinare e multi-attoriale per vitalizzare lo sviluppo cooperativo della vita locale, capace di auto-organizzarsi per superare la crisi economica, sociale e ambientale. Cio’ diverra’ possibile creando una comunita’ in rete, di imprese e gruppi di ricerca e movimenti dell’ arte contemporanea per dare sviluppo all’ innovazione socialmente responsabile che diventi la base del nuovo paradigma di sviluppo denominato LIVING ECONOMY. Tale visione di sviluppo promossa da Egocreanet è fondata sullo stimolare ed animare la creativita’ collettiva al fine di attivare una profonda transizione scientifica e culturale indirizzata verso la nuova prospettiva di LIVING ECONOMY per delineare un futuro sostenibile in quanto privo di competitivita’ tra i popoli e rispettoso dell’ ambiente e della sua evoluzione naturale.
Paolo Manzelli 11/08/2012;
https://www.facebook.com/hariohmshantihi; <egocreanet2012@gmail.com>

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Tuscan foodEgocreanet ONG c/o l’Incubatore Universitario Fiorentino,
come socio dell’Associazione Tuscan Food Quality Center
(www.tuscanfoodqualitycenter.com),
promuove l’organizzazione di un workshop sul tema:

ECONOMIA CIRCOLARE ed INNOVAZIONE FRUGALE per ELIMINARE GLI SPRECHI DI CIBO

Il workshop costituisce un seguito all’impegno preso alla conferenza “L’economia circolare per uno sviluppo responsabile nella produzione del cibo”, Firenze 29/30 aprile 2015, che ha analizzato le potenzialità e le opportunità dell’applicazione dei concetti dell’economia circolare in Agricoltura, vd: http://www.eurosportello.eu/sites/default/files/AgricolturaCircolare.pdf
L’incontro intende anche avviare un percorso di sviluppo di possibili iniziative e progetti, anche su bandi di finanziamento in ambito PSR o Horizon 2020, che possano sperimentare ed applicare i modelli, processi e tecnologie presentati.

INVITO :

Cari amici e colleghi vi invito a partecipare e collaborare all’ Iniziativa: “Economia Circolare e Innovazione Frugale per riutilizzare i rifiuti Agricoli e di cibo” che e’ finalizzata a sostenere a livello territoriale la strategia per alimentare il pianeta di EXPO 2015.

L’ evento si svilupperà in tre manifestazioni c/o Villa Montepaldi in San Casciano VDP. (https://www.facebook.com/VillaMontepaldi).

Il Primo incontro si terrà il 23 GIUGNO 2015 ( ore 10.00- 13.00) e gli altri due sono previsti in Settembre e Novembre 2015.

Gli organizzatori sottoscrivono l’ impegno di quanti vorranno promuovere ed investire nella progettazione dell’ innovazione dello sviluppo della Agricoltura locale al fine di valorizzare l’ economia circolare e l’ Innovazione Frugale nel territorio, in modo da produrre alimenti con modalita’ innovative per ottenere una elevata qualita’ nutrizionale e non sprecare un cibo sano e di elevato valore economico e culturale.

Comitato Scientifico (in via di definizione):
Giampiero Maracchi: Presidente Accademia dei Georgofili
Prof. Massimo Vincenzini: Presidente Tuscan Food Quality Center
Prof. Marco Bellandi: Prorettore Università di Firenze
Prof. Giacomo Pietramellara: DISPAA – Università di Firenze

Concept paper – Preliminary info

Innovazione Frugale = in un periodo di crisi strutturale, innovazione è saper trovare soluzioni ingegnose a basso costo, imparando a sfruttare al meglio le risorse a disposizione, per la produzione, distribuzione e vendita di un bene. Nata in India come necessità, da noi è un modo diverso di pensare l’innovazione per favorirne la sostenibilità, in cui la collaborazione fra ricerca e impresa è finalizzata a ridurre i costi dei prodotti alimentari, a semplificare i processi, ed alla riprogettazione dei prodotti e di co- e sub-prodotti per sviluppare un’ economia circolare finalizzata ad evitare lo spreco del cibo.
vd Frugal Innovation: http://www.know-hub.eu/knowledge-base/encyclopaedia/frugal-innovation.html#concept
OBIETTIVI
Economia Circolare – L’idea fondante è incentrata a trovare e divulgare modalità innovative di economia circolare in riferimento al cibo di elevata qualità nutrizionale, basata su ricette di pranzi semplici orientati al minimo spreco di alimenti, senza particolari esigenze di presentazione. Inoltre, si propone di incentivare l’uso agricolo del suolo mediante lo sviluppo di serre e di innovazione frugale in riferimento anche alla agricoltura urbana.
Bio-Economia – Frutta e verdura piegati o fuori di modello vengono gettati via ancora prima di lasciare il campo. I rifiuti alimentari costituiscono un enorme spreco nella vendita al dettaglio dei supermercati e nella ristorazione improntata al lusso. L’ innovazione frugale può migliorare vari funzionalità per eliminare assurdi sprechi di cibo: ad es. le date di scadenza molto spesso non corrispondono alle specificità dei diversi tipi di cibo o di prodotti. A tal proposito segnaliamo come esempio d’ innovazione frugale l’iniziativa FoodCloud, che, come altre similari, mira a limitare i rifiuti alimentari sfruttando il valore sociale delle nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione. In particolare, tali iniziative consentono quotidianamente a ristoranti, mercati e supermercati di donare surplus commestibili danneggiati o vicino alla data di scadenza, a organizzazioni di beneficenza che possono offrire questo cibo ancora buono e sano per le persone bisognose.
Tecnologie Emergenti – Ad es. idee per il miglioramento del sistemi intelligenti di risparmio di cibo ed energia come ad es il “Frigorifero Intelligente” per garantire risparmio energetico ed economico grazie ad un utilizzazione di bio-sensori, videocamere ed iterazioni a distanza con smartphone e telefoni cellulari. vd: http://www.regione.emilia-romagna.it/consumatori/notizie/2015/febbraio/cibo-un-201cdiario-anti-spreco201d-e-il-frigorifero-intelligente;
Il Cibo per il Cervello – L’obiettivo di individuare le sfide e le opportunità della ricerca sulla nutrizione personalizzata per stare bene e vivere a lungo per vari tipologie di persone, bambini, donne incinte, sportivi, persone obese, anziani.

Mostra di Egocreanet Q.ARTE, in favore di una strategia culturale per animare la creatività e potenziare l’ innovazione e la responsabilità sociale attraverso l’arte contemporanea.

Call For PAPERS
Gli interessati a collaborare a questa iniziativa, anche a premessa di un successivo progetto Europeo specialmente indirizzato alla collaborazione con i paesi emergenti in Africa (http://centre-for-frugal-innovation-in-africa.nl/) ed altrove nel mondo, possono contattare:

Paolo Manzelli <pmanzelli.lre@gmail.com>
https://www.facebook.com/groups/EGOCREANET/

(Vedi Sintesi di Promozione e valorizzazione della Ricerca nel primo semestre 2015 , di EGOCREANET c/o- IUF/csa-RVI )

NOTA sul significato di INNOVAZIONE FRUGALE
https://www.facebook.com/groups/EGOCREANET/?fref=ts

FRUGAL INNOVATION = JUGAAD INNOVATION (FROM INDI R&D of Micro-enterprises in India) Frugal Innovation means not only “cheap” but the result of eliminating non-quality values as adding costly features.

–> La Innovazione Frugale risponde alla Domanda “Come ambienti complessi e risorse limitate influenzano la possibilità per le imprese e la ricerca di sviluppare valore aggiunto alla produzione integrando tra business e sviluppo sociale, pur riducendo in modo significativo l’uso delle risorse sempre più scarse sia economiche che naturali”. In vero, si tratta di risolvere e anche trascendere, il paradosso di “fare di più con meno”. L’innovazione frugale è una scommessa che diventa necessaria per un “periodo di austerità”, in cui le imprese da un lato sono responsabilmente costrette dai governi a essere eco-consapevoli pur rimanendo capaci di creare nuove offerte accessibili, economicamente sostenibili e di alta qualità. Ancor più che una nuova strategia, l’innovazione frugale necessita un cambio di mentalità per favorire un approccio flessibile che percepisce i vincoli di risorse non come una sfida debilitante, ma come un’opportunità di crescita e di cambiamento.
vd: http://knowledge.insead.edu/innovation/frugal-innovation-a-new-business-paradigm-2375

–> La Innovazione frugale è conosciuta anche con il termine Hindi (nato in India), di “JUGAAD INNOVATION” che può essere tradotto come “l’arte di improvvisare una soluzione in circostanze difficili”. Essa illustra un movimento in crescita nei mercati emergenti che ha consentito una innovazione più veloce a costi inferiori, orientato a soddisfare le esigenze dei clienti che non praticano l’economia del lusso.
–> Oggi l’Economia frugale è una scommessa per sviluppare la creatività imprenditoriale in ogni ambiente in cui le risorse economiche e sociali e naturali sono limitate, cosa che comporta la capacità di rivoluzionare il modo di concepire la futura R & S in sempre più ampi settori della produzione mondiale.

Paolo Manzelli, 12/Maggio/2015, Firenze
egocreanet2012@gmail.com

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di Paolo Manzelli – Presidente Egocreanet <egocreanet2012@gmail.com>

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L’ ECONOMIA CIRCOLARE e’ un’ effettiva risorsa per l’ Italia che voglia cambiare verso nella strategia economica e  sociale, cio’ in quanto i Rifiuti sono uno spreco tanto più dannoso in quanto oggi l’innovazione tecnologica permette di recuperare tantissima materia primaria e di evitare l’ inquinamento, con attivita’ di ricerca ed impresa, preziose per lo sviluppo di un Paese come l’ Italia che è povero di materie prime. L’assurdo comportamento è quello che abbiamo irresponsabilmente tenuto fino ad oggi con la gestione dei rifiuti così come abbiamo visto accadere nella terra dei Fuochi e nell’ invadente sporcizia delle citta’ turistiche, causa prima del loro degrado. La mancanza di una cultura ciclica ci sta pertanto rovinando sistematicamente e cio’ è divenuto del tutto assurdo. Mi domando pertanto quale irresponsabilita’ civile sia da attribuire alla ricerca e sviluppo delle Università e degli Enti di Ricerca pubblici e privati su questo collaborando nel far crescere la responsabilità sociale della ricerca ed dell’ impresa, cosi’ come si propone di stimolare EGOCREANET con la CONFERENZA del 29/30 APRILE 2015 .http://www.edscuola.eu/wordpress/?p=56704;http://www.edscuola.eu/wordpress/?p=56584

La societa’ industriale contemporanea è al limite del collasso per aver perseguito un’ economia lineare ritenendo possibile uno sviluppo economico senza limiti. (1)

L’esaurimento delle risorse naturali della terra,  dell’ acqua potabile e l’inquinamento dell’ aria sono la radice di un sistema di produzione che nel suo complesso rischia di divenire globalmente insostenibile. Quindi nell’ epoca contemporanea si impone con sempre maggiore evidenza la necessita’ di una netta revisione delle opportunita’ di produzione e di business per evitare un ineluttabile collasso economico e sociale di vaste e incontrollabili proporzioni.

A fronte di cio’ recentemente il concetto di “economia circolare” ha guadagnato l’ attenzione politica ed economica mondiale nella ricerca di una visione strategica di lungo periodo che possa mettere a punto una modalita’ efficace per ridurre l’intensità del danno generato della decrescita e dall’ inutile sperpero di risorse naturali al fine di poter rinvigorire l’economia dello sviluppo eco-sostenibile. (2)
Lo scorso 2 luglio 2014 la Commissione europea ha presentato una comunicazione «Verso un’economia circolare: un programma a zero rifiuti per l’Europa» (COM(2014)398), che si basa sul presupposto che da un uso più efficiente delle risorse deriveranno nuove opportunità di crescita e occupazione. (3)

Il modello dell’ Economia Circolare, per non rimanere uno semplice slogan, va ridefinito e sperimentato in termini di business innovativo, di nuovi modelli imprenditoriali, che pongano in evidenza come si possa ricavare un netto vantaggio economico e sociale, dando sviluppo ad una riconversione produttiva, basata su una conoscenza condivisa tra impresa e ricerca capace di :

• favorire un sistema di “cross-fertility” multi-disciplinare e multi-attoriale.
• garantire un management collaborativo finalizzato alla sostenibilita’ ambientale.
• innovare il processo produttivo orientato a rilasciare zero rifiuti.
• integrare l’ economia dello sviluppo in una dimensione “glocale”.

II Modello di business innovativo che risponda a tali assi portanti di un nuovo modello di sviluppo è la scommessa dell’ Economia Ciclica, nella quale le aziende e la ricerca devono ripensare le loro comuni strategie di sviluppo, innovando prodotti, processi e mercati nel quadro della futura economia della conoscenza.

Il fulcro di tale innovazione e’ un complesso “Thinking Design” del management della produzione e sviluppo, necessario a ripensare all’ innovazione circolare di prodotti, processi e mercato.

In Economia Circolare i materiali utilizzati in prodotti commerciabili non sono piu’ visti semplicemente come “prodotti primari” , ma come potenziali attività di riconversione, in quanto ciascuna risorsa andra’ ripensata in modo che essa possa può essere riutilizzata come input in altre catene di valore e di sviluppo.

Le imprese in collaborazione con la ricerca, dovranno superare rapidamente l’ insostenibile modello lineare , del ”take-make-waste” “e quindi riflettere, per ogni area di sviluppo, sul come massimizzare, in un sistema di cross-fertility collaborativo, che dia valore ai molteplici prodotti nella dimensione di favorire una durata temporale consistente in più cicli di vita e di consumo.
Al primo posto per iniziare lo sviluppo dell’ Economia Ciclica è pertanto un programma innovativo di “Thinking Design” fondato sulla ri-progettazione dei prodotti e processi di produzione e sviluppo finalizzati a generare più cicli di vita all’ investimento in risorse naturali ed umane e prodotti primari.

Catturare il valore aggiunto dell’ Economia Ciclica come business innovativo richiede infine anche di fare riferimento a nuovi modelli commerciali che sono collegati a innovazione modulare del sistema di riciclaggio della produzione .

Pertanto i possibili vantaggi della Economia Circolare richiedono un cambiamento responsabile della ricerca e dell’ impresa, pertanto la responsabilità sociale ed ecologica dello sviluppo è l’ atteggiamento fondamentale per passare da modelli lineari a modelli di business circolari tali che diminuiscano celermente l’ impatto ambientale della produzione industriale.

Certamente le barriere allo sviluppo dell’ “Economia Circolare” sono globalmente potenti, proprio in quanto sono determinanti la conservazione di interessi precostituiti, i privilegi, i preconcetti e le limitazioni culturali. La transizione verso un’economia circolare richiede pertanto modifiche sostanziali economiche e culturali integrate che implicano l’adozione di nuovi modelli di mercato, nuove modalità di trasformare rifiuti in risorse, e nuovi modelli di comportamento dei consumatori.

Pertanto per stimolare la complessa trasformazione dell’economia in un’economia circolare, EGOCREANET ONG di R&S si impegna a promuovere iniziative di riflessione e stimolo sulla responsabilita’ sociale della ricerca e della impresa indirizzate sulla ampia comprensione tematica della Economia Circolare finalizzata al rilascio di zero rifiuti. (4)
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Biblio online :

(1) – Collasso Societa’ Industriale:
http://www.caosmanagement.it/182-l-imminente-rischio-di-collasso-della-societo-industriale

(2) Circular Economy : http://www.edscuola.eu/wordpress/?p=56584

(3) COMMUNICATION FROM THE COMMISSION 02/JULY 2014:

Fai clic per accedere a circular-economy-communication.pdf

(4) Conferenza Economia Circolare nel settore Agro-Food 29/30 Aprile 2015 Infornazioni in: http://met.provincia.fi.it/news.aspx?n=190989

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Relazione del Prof. PAOLO MANZELLI

Presidente EGOCREANET, egocreanet2012@gmail.com

al Convegno“GREEN BUSINESS” – “ALIMENTA L’IMPRESA”

Promossa dall’Associazione APULIA KUNDI / ARTI – Agenzia Regionale per la Tecnologia e l’Innovazione

27 Novembre 2014 – 24 Gennaio 2015 –

c/o Associazione Biologi Ambientalisti Pugliesi (via Giulio Petroni, 15/F – Bari)

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(http://designcanyon.com/artwork/surreal-artworks-by-igor-morski/)

c/o Provincia di Firenze – 14/12/2012

nella prestigiosa sala Luca Giordano

 Co-organizzato da: QAGI/EGOCREANET / / IUF:

informazioni preliminari e call for papers.

 ARTE & SCIENZA IN QUANTUM TIME è la base delle attività artistiche e culturali di Quantum Art che promuovono i futuri orizzonti  della “eco-economia”.

Motivazioni :

 La Conferenza sul tema “Nuovi Orizzonti di Quantun Art“, esplora le sfide d’innovazione a livello globale ed esamina il ruolo di Arte & Scienza in relazione alle basi trans-disciplinari dell’economia ecologica. L’obiettivo di cui sopra può essere arricchito con l’attuazione e la diffusione della cultura eco-sistemica e la modernizzazione ecologica, utilizzando la creatività della Quantum-Art come vettore per l’attuazione di uno sviluppo innovativo.

La Conferenza di Firenze 2012 fornisce una base concettuale per un modello integrato d’ innovazione culturale e scientifica, al fine di costruire e rendere operativo un quadro di attività artistiche future della Quantum Art, a favore della sostenibilità dell’economia ecologica e per una ristrutturazione complessiva dell’obsolescente cultura meccanicistica.

 In conclusione il “look” della Conferenza fiorentina valuterà la possibilità di arrivare alla profonda innovazione dell’eco-economia, attraverso il rafforzamento del movimento internazionale di Quantum Art. Infatti, con il declino di un’economia basata sugli idrocarburi, la Quantum Art, contribuisce al futuro emergente di un globale sviluppo della “base di conoscenze di bio-economy” (KBBE) incerniata su un grande rispetto per la natura e per la vita.

 Questioni  di rilievo aperte al “call for papers” sono le  seguenti:

 1) – sviluppare innovativi approcci culturali, artistici e scientifici, finalizzati alla necessità di de-carbonizzare e de-petrolizzare la produzione e il consumo della tradizionale industrializzazione meccanica, perché è giunto il momento di riconsiderare le potenzialità energetiche alternative per combinare l’impatto ecologico con un nuovo sviluppo agricolo fondato su  ricerca ed innovazione.

2) – creare un polo d’ innovazione tra arte e scienza nel quadro della ricerca di un più ampio quadro sociologico-ecologico, capace di avviare  una profonda ricostruzione concettuale, in accordo con tutto il mondo istituzionale; tale azione  verra’  focalizzata sulla costruzione di  una grande partnership pubblico-privata internazionale, all’interno del quadro cognitivo integrato tra quantum-art e scienze della vita.

3) – portare avanti una riconcettualizzazione degli stili consumistici e di vita, quale risorsa multifunzionale per lo sviluppo della futura società nel suo complesso. Più in particolare, in tale contesto, l’attività della Quantum Art in Eco-Economy, potra’ agire per incorporare nuovi approcci di creazione di valore, essenzialmente delle PMI, tagliando le spese tradizionali della pubblicità per la vendita di  prodotti, con una azione adatta a sostituire l’ uso e l’ abuso  della reclame nei mass media. Quanto sopra rappresenta una effettiva opportunita’ di economia realizzabile per tramite del management  di un Nuovo Rinascimento contemporaneo in internet , capace di correlare la produttività delle imprese e la Quantum-Art, proprio al fine di favorire lo  sviluppo di un futuro orizzonte di eco-economy in tutta la società globalizzata.

 

Scienziati e/o artisti disposti a partecipare attivamente come relatori o proponenti di performances artistiche alla Conferenza Fiorentina potranno contattare via e-mail i seguenti  organizzatori:

 – Per gli artisti e anche le scienze umane e Economia:

   Roberto Denti < roder53@gmail.com >

– Per gli scienziati, ma anche la scienza-giornalisti e responsabili delle istituzioni ecc. :

   Paolo Manzelli < pmanzelli.lre @ gmail.com >

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Flag Green-Economy N.2 – Daniela Biganzoli(Dab) – 2011

Questa mia Bandiera ha partecipato, insieme ad un’altra, al Concorso sulla Flag Green-Economy, promosso da QAGI, un gruppo interdisciplinare fondato nel 2010 da Roberto Denti. La premiazione della flag vincitrice, N.3 e N.6 ex aequo dell’artista cinese TANG ZHENG,  si terrà a Firenze il 14 Dicembre 2012 nella prestigiosa sala Luca Giordano di Palazzo Medici-Riccardi.

Nella mia Bandiera lo sfondo ci richiama al verde.

La farfalla, simbolo della metamorfosi della natura, indica rinascita, cambiamento. Ci ricorda anche il famoso “Effetto Farfalla”, che tanta importanza ha non solo in campo scientifico ma anche economico.

Le monete, richiamano contemporaneamente l’Economia e la Scienza, grazie al 137 che è il numero che la rappresenta e serviranno ad indicare ogni anno il livello di sostenibilità raggiunto da ciascun Paese.

Il cerchio rappresenta simbolicamente il sole, la successione delle stagioni, la ruota del tempo, e quindi l’ordine naturale dell’universo.

Qui potete trovare tutte le bandiere che hanno partecipato al Concorso.

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Flag Green-Economy N.1 Daniela Biganzoli(Dab) – 2011

Questa mia Bandiera ha partecipato, insieme ad un’altra, al Concorso sulla Flag Green-Economy, promosso da QAGI, un gruppo interdisciplinare fondato nel 2010 da Roberto Denti. La premiazione della flag vincitrice, N.3 e N.6 ex aequo dell’artista cinese TANG ZHENG,  si terrà a Firenze il 14 Dicembre 2012 nella prestigiosa sala Luca Giordano di Palazzo Medici-Riccardi.

Nella mia bandiera si notano le differenti monete che simboleggiano l’Economia dei vari Paesi. Queste nascono come fiori da un grande albero, che ci ricorda il verde, l’ambiente. Un’ambiente che non deve essere sfruttato, ma considerato come una risorsa da gestire con attenzione. L’albero trova la sua stabilità, il suo sostegno nelle forti radici che nascondono al loro interno il 137. Questo numero rappresenta la Scienza che in questa fase di necessario cambiamento deve affiancare l’Economia in questo nuovo percorso più in sintonia con l’uomo e l’ambiente. “Fu Richard Feynman, infatti, a suggerire che tutti i fisici affiggessero una targhetta nei loro uffici e nelle loro abitazioni per ricordarci di quanto poco sappiamo. Sulla targhetta non ci sarebbe stato altro che questo: 137”. (Leon Lederman – La particella di Dio – Mondadori)

La Farfalla verde simboleggia invece la rinascita e simile ad un’aquilone ha una coda che la rende stabile.Questa coda è formata dalle monete che ci indicheranno ogni anno il livello di sostenibilità raggiunto da ciascun Paese.

L’anno potrà essere inserito di volta in volta sopra l’ala della Farfalla-Green.

 Qui potete trovare  tutte le bandiere che hanno partecipato al Concorso.

 

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di Paolo Manzelli<pmanzelli.lre@gmail.com>

CAMBIAMO L’ORIZZONTE LIMITATO  DELLA COMPETIZIONE CONDIVIDENDO L’ INNOVAZIONE, ALTRESI’ la COMPETIVITA’ CONDURRA’  SISTEMATICAMENTE   AL DEGRADO SOCIALE CONTEMPORANEO.

Competizione tra Economia e Societa’
http://www.annastevani.it/gallerie/Vita_di_coppia/images/0504_competizione_80x60.jpg

La competività tra parassiti che mantengono i loro privilegi e speculatori finanziari ci ha portati al disastro socio economico .

Il Prof. Mario Monti fondamentalmente e coerentemente e’ interessato a rimettere in pareggio il bilancio economico e pertanto insiste fiducioso del fatto che “Bisogna puntare sulla competitività”, utilizzando in tal modo una ideologia liberale che puo’ funzionare solo in un sistema di concorrenza idealmente perfetto, ma non in quello imperfetto infestato da parassiti e speculatori com’ e’ quello odierno.

Il ricorso alla competitivita’ estesa a tutto e a tutti, può infatti puo’ temporaneamente il sistema economico, …… ma contemporaneamente tende a non tutelare la produttivita’ ed il lavoro delle imprese, specie quelle piccole e affossare nella miseria gli individui e famiglie economicamente piu’ deboli che sono in crisi e prive di accesso al credito.

Pertanto il prof. Mario Monti , sta travisando il concetto di “equità e sostenibilità sociale”, proprio in quanto persiste a considerare valida la logica della concorrenza, che nelle condizioni attuali di crisi, provoca un “Darwinismo Sociale” sempre più deprivato da ogni sorta di corresponsabilita’ necessaria a favorire la complessità effettiva dello sviluppo socio-economico contemporaneo .

L’ economia liberale, presa come fonte unica d’ ispirazione concettuale, storicamente e’ stata fondata sul concetto di competitivita’, che oggi conduce irrimediabilmente a pesanti ed inaccettabili distorsioni sociali che a loro volta inducono anche la degenerazione morale come conseguenza di un sistema di competizione di tutti contro tutto.

La competitivita’ “Darwiniana”, estesa a livello sociale e’ infatti priva dei dubbi che lo stesso Darwin si pose, comprendendo che l’ evoluzione delle specie non poteva essere sistematicamente dovuta a un sistema di completa competitivita’ tra gli esseri viventi, poiche’ la competizione  doveva naturalmente essere mediata da un più complesso parametro ecologico che Darwin indicò come “Biocenosi” .

Le specie che competono per le stesse opportunita’ dell’ ecosistema, debbono infatti tener conto della variabilita’ delle risorse ecologiche; ad es. le specie di pesci che sono in competizione, non possono escludersi a vicenda secondo l’ unico principo che il pesce più grosso mangia i pesci piu piccoli, proprio perche’ e’ necessario che si compensino relativamente e diano adito alla generazione di nuove specie nella bio-diversità, in modo da poter coesistere complessivamente con la risorsa di base che per tutti i pesci e’ la riproduzione del plankton nel mare.

Oggi il rischio di giungere a degenerare in un “Darwinismo sociale selvaggio“, in merito al continuo e sistematico ricorso al concetto di competitivita’, semplicemente intesa come la propensione a superare gli altri per ottenerne dei vantaggi di profitto di qualsivoglia natura, e’ del tutto deleteria poiche’ e’ altresi’ necessario ricorrere alla collaborazione ed alla condivisione sostenibile delle risorse. Altresi l’ unica prospettiva definita dalla competitivita’ assolutizzata come metodo, conduce a fattori distorsivi sociali irrimediabilmente compromettenti la complessita’ dello sviluppo socio economico contemporaneo, il cui orizzonte di sviluppo e’ strutturalmente fondato sulle frontiere del cambiamento, basate sull’ innovazione tecnologica e sulla creatività sociale.

Pertanto il vantaggio competitivo oggigiorno viene a dipendere da un insieme di fattori di cambiamento sociali ed economici che possono determinare le condizioni di sviluppo locale o territoriale dell’ innovazione e della creatività imprenditoriale, che nel loro complesso debbono divenire favorevoli a gestire la competizione nel mercato globale.
La competitivita’ contemporanea quindi non puo’ essere concepita come un concetto statico separato da criteri di collaborazione territoriale per il cambiamento, in modo da poter correlare la crescita strettamente alla nozione di una effettiva strategia intelligente dello sviluppo socio-economico, intesa come complesso di azioni “non “ piu volte “Darwinisticamente” al raggiungimento di una posizione di nicchia dominante, ma a determinare contemporaneamente lo sviluppo locale sia dei fattori sociali che di quelli economici della produttività e della profittabilità, tali che nel loro complesso inducano il benessere e il lavoro dei cittadini e in specialmodo dei giovani , …. anzichè solo e soltanto al profitto a tutti i costi.

Continuare imperterriti a definire il problema  della crescita socio-economica come quello della competizione è pertanto derivante da una “ossessione ideologica” che pone fiducia cieca in una vecchia ed obsoleta concettualità liberale della competitività, che oggi non e’ solo storicamente sbagliata, ma in vero è pericolosa, perche’ distorce le politiche sociali dell’ ambiente territoriale sociale  in tutta l’ Europa.

Pensare la risoluzione dei problemi strutturali del cambiamento tra la vecchia società industriale e la futura società della conoscenza condivisa, ancora ed univocamente in termini di competitività, porta direttamente o indirettamente a formulare politiche Regionali economiche e del lavoro completamente errate, che si estendono su una vasta serie di problemi sociali , nazionali ed internazionali, che viceversa dovrebbero riuscire nella sfida di migliorare il benessere dei cittadini, la produttività delle imprese e quindi gli scambi commerciali anziche’ di assecondare quelli finanziari e speculativi.

Ricorrere pedissequamente alla competitività e’ quindi sicuramente a una “ossessione ideologica liberale di vecchio stampo“, che finisce per essere realmente illiberale perche’ non definisce appropriatamente le necessità di incremento della produttivita’ “liberata” da un fenomeno dominante che e’ quello della speculazione finanziaria, come in vero e sarebbe  in tutta evidenza necessario per la crescita del sistema socio economico contemporaneo,  in modo da poter iniziare a coltivare una ripresa sostenibile dell’ economia in un quadro di effettiva equità sociale.

Pertanto chiediamo al Prof. Mario Monti ed al suo governo di tecnici, di evitare di pronunciare con contuinita’ fino alla noia, la “retorica della competitività” come panacea di tutti i mali , che ormai e’ purtroppo gia’ tanto diffusa tra la gente, così che giornalisti e ed economisti si trovano a fraseggiare nei Talk Show e nei mass media di competitivita’ come unica “arma di fantasiose battaglie economiche” che purtroppo, proprio per mancanza di coerenza storica con le necessita’ dello sviluppo contemporaneo, si tradurranno in sconfitte sociali in un contesto dove il rafforzamento degli orizzonti dello sviluppo e’ invece direttamente determinato dalla capacità co-operazione tra imprese e ricerca finalizzata all’ innovazione ed al cambiamento.

paolo manzelli <pmanzelli.lre@gmail.com> . Firenze 05/FEB/12

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di Paolo Manzelli pmanzelli.lre@gmail.com ; www.edscuola.it/lre.html;

Quando lo sviluppo stenta a divenire un bene comune si determina un grave  squilibrio tra economia e societa’ che conduce a imprevisti e spesso drastici cambiamenti della storia dell’ umanita’.
Possiamo infatti constatare che sul finire delle varie epoche storiche  l’ostentazione del lusso e’ emersa come ultima razionalita’- economica di una epoca storica che ha condotto a ricorrenti disastri sociali che sono stati preludio di cambiamenti storici. Così ad es. sul finire del Medioevo si e’ assistito ad uno straordinario sviluppo della vita lussuosa di corte che fece sfoggio di lusso superfluo nel mentre la poverta’ cresceva  cosicchè lo squilibrio tra economia e società condusse alla Rivoluzione Francese.
Oggi nella difficile transizione tra l’ economia industriale e l’ economia della conoscenza, purtroppo si è ridefinita ancora una volta la dimensione asociale della economia del lusso; TV e media irresponsabilmente hanno abituato la gente  ad accettare l’ Economia del Lusso come naturale crescita creativa delle aziende del lusso, che producono, panfili, ferrari, maserati, moda , gioielleria, divertimenti ecc….
Il sistema economico si è prodigato nel procurare i soldi necessari ai ricchi, perche’ potessero essere  in condizioni di comprare i beni di lusso; a ciò è servita la speculazione finanziaria che ha messo in crisi tutto il resto della popolazione. Pertanto molte sono le idee ed i concetti da cambiare promulgati dagli economisti educati dalle Università a dare sostegno all’ economia del lusso. La gente dovra’ riflettere con la propria testa, ad es. per capire che non è vero quello che si dice attualmente che con lo “spread” si bruciano molti denari, perche’ di fatto non si brucia nulla, ma il denaro passa solo di mano dai poveri ai ricchi con un sistema sofisticato di scommesse al ribasso ed al rialzo, esercitato in modo da estrarre sistematicamente denaro dai lavoratori e trasferirlo a chi puo’ spendere e sostenere l’ economia della produzione del lusso.
Cent’anni fa la “Bella Epoque” caratterizzò il periodo della storia occidentale che precedette lo scoppio della prima guerra mondiale; tale periodo, che finì drasticamente nel 1914,  fu caratterizzato da una concezione di liberta’ nell’ appropriarsi di ricchezze che pochi privilegiati potevano permettersi facendo sfoggio della propria ricchezza. Oggi della “Belle Epoque ” abbiamo solo un vago ricordo. In riferimento a quell’ epoca rammento che mia nonna Metella, una contadina Livornese, diceva: “Per fare un Ricco bisogna impoverirne tanti altri, perchè la ricchezza è come una torta, se alcuni ne prendono piu’ di mezza agli altri rimarrà da spartirsi solo le briciole ”.
Questa semplice concezione relativistica dell’ economia si basa sulla constatazione che le risorse e quindi la ricchezza non puo’ essere illimitata; quindi  la ricchezza di alcuni si determina solo in seguito allo spostamento di proprietà di beni da alcune mani ad altre, quelle che si arricchiscono. Tale relativismo economico non è stato preso in seria considerazione dagli economisti moderni, che infatti si sono recentemente ritrovati nel non aver previsto la crisi strutturale pericolosamente irreversibile che oggi stiamo vivendo la quale segna la prossima fine del ciclo dell’ economia del Lusso.
Infatti gli economisti  sembra non abbiano imparato nulla dalla storia della economia-sociale nella quale si comprende che le ricchezze non crescono all’ infinito perche’ i beni primari non sono inesauribili e quindi la tensione sociale derivante dalla polarizzazione delle ricchezza in poche mani, determina prima o poi pesanti squilibri sociali che si risolvono drasticamente.
Purtroppo ignara degli insegnamenti della storia a partire dagli anni ’50, dopo l’ Ultima guerra mondiale, l’ economia occidentale ha nuovamente voluto riproporre in termini piu’ evoluti un nuovo scenario della Economia del Lusso; cio’ e’ stato possibile mediante una strategia di promozione dei marchi delle produzioni del  Lusso iniziando con il trasformare vari settori dell’ artigianato in Imprese che si sono sviluppate nella nuova dimensione dell’ economia globale.
Così che il Lusso nel mondo occidentale moderno e’ divenuto a disposizione di molteplici minoranze che comunque in  vari anni sono cresciute numericamente e pertanto non sono state piu’ caratterizzate dalle vecchie definizioni sui ceti sociali come nella “Belle Epoque”.  Infatti il Lusso si e’ articolato indistintamente tra una molteplicita’ internazionale di gente ricca di varia provenienza, imprenditori, banchieri, notai, politici, ma anche calciatori, sportivi, gente dello spettacolo, faccendieri, mafiosi ed altri.
La produzione di oggetti di lusso, che nella “Belle Epoque” era prodotta dall’ alto artigianato d’arte e rivolta esclusivamente alla realizzazione di pezzi unici a tiratura limitata, adesso e’ divenuta una produzione in serie, capace di far fronte a milioni di ordini nel mercato globale.
E’ quindi frutto della globalizzazione dell’ economia l’ elevata potenzialita’ di crescita della moderna Economia del Lusso che ha dato origine a processi di industrializzazione delle produzioni del Lusso, che gradualmente hanno iniziato a essere in concorrenza con i prodotti di largo consumo meno titolati da prestigiosi marchi.
Infatti dagli anni 90, ad es. l’ Economia del Lusso si è differenziata in almeno tre livelli come ad es. l’industria del lusso della moda: la griffe (creazione pura, prodotti unici, perfezione materializzata); la marca di lusso (serie limitate, di semi-artigianato, realizzazione di semi lavorati); e per ultimo i prodotti di alta gamma (realizzati in serie, di elevata qualità nella propria categoria di prodotto).
Pertanto il settore dei beni di lusso ha manifestato fino al recente inizio della crisi strutturale contemporanea (2008) una notevole dinamicità, sia in termini di crescita della domanda che ha assunto una tendenza costante di crescita, anche per la creazione di alcuni grandi gruppi formati che si sono aggregati tra “firme” storiche dei settori principali del Lusso, Moda, Cosmetici, Automobili, Nautica, ecc….
Ancora oggi sembra che l’industria del lusso non conosca crisi, come sostiene la Fashion and Luxury Insight 2011, nella recente indagine della Sda Bocconi, la fondazione che riunisce le aziende dell’eccellenza italiana, Alta-gamma, tendenza che è stata confermata nell’ultimo bimestre dal Cermes, il centro di ricerca su marketing e servizi targato dall’ Ateneo milanese di cui è stato presidente l’attuale premier Mario Monti.
Ma tale errata percezione non prende in considerazione il rischio sociale causato dall’ acuirsi della crisi così che la capacità di tenuta della Economia del Lusso rischia di essere vista in crescita solo a causa di una errata focalizzazione di ciò che avviene economicamente a prescindere dalla crisi strutturale della società contemporanea. 
Di fatto qualche anno fa, quasi nessuno voleva sentir parlare della grave crisi strutturale odierna nonostante che gli effetti dell’ esasperazione della economia del Lusso, iniziavano relativamente a propagarsi all’economia reale della gente che lavora; purtroppo il Premier Berlusconi continuava ad infondere un ottimismo per il futuro in modo del tutto irresponsabile.
Tale resistenza politica nel voler sostenere l’ Economia del Lusso che permette di arrichirsi a folle internazionali di VIP, sta conducendo drasticamente  all’ impoverimento di tutti gli altri e cio’ di fatto rendera’  insostenibile l’economia mondiale. Proprio in quanto la poverta’ si accumula esponenzialmente rispetto alla possibilità che altri ricchi nel mondo possano sostenere l’ economia del Lusso. Infatti i vari differenziali come gli “spreads” rappresentano gli indicatori  di recessione economica che rendono palese la necessità di un cambiamento che segnera’ la fine definitiva del ciclo dell’ economa del Lusso.

La Svolta ovvero il Punto di Non Ritorno

Siamo in presenza di una crisi strutturale che coinvolge l’intero sistema ecologico-umano considerato nella sua interezza.
Questo comprende un profondo cambiamento che pone:
a) l’ esigenza prioritaria della equita’economica,
b) la necessità del rispetto ecologico relativamente alle interazioni con l’ambiente naturale,
c) la riconversione socio-culturale, tendente a dare valore al lavoro e la sua evoluzione tra lavoro manuale in lavoro intellettuale.
Una rinnovata crescita del sistema e’ possibile solo favorendo un feedback positivo tra i precedenti elementi di un fondamentale cambiamento che caratterizza l’evoluzione del sistema tra l’ epoca industriale, ormai obsolescente, e la futura economia della conoscenza.
L’ epoca industriale, nella ricerca di profitti crescenti sulla base della competitivita’ dell’ Economia del Lusso e’ ormai in fase inarrestabile di decrescita, che tende direttamente al collasso, infatti l’ innovazione e’ stata utilizzata tramite il marketing principalmente nella direzione di favorire la produzione e vendita del Lusso, che porta al disequilibrio economico sempre piu acuto; pertanto il gap tra economia e sociata’  pertanto decreta il limite sociale dello sviluppo e di conseguenza anche della possibilita’ di una effettiva ed ampia rinnovata espansione dei beni commerciali.
L’ Economia del Lusso comporta una inarrestabile corsa speculativa, là dove si perde l’ antica capacità di autoregolazione dei mercati tradizionali nel superamento delle crisi economiche ricorsive, cosa che oggi non è più possibile proprio in quanto la speculazione finanziaria estremizza il disequilibrio economico e sociale, che e’ di fatto il deterrente fondamentale dello sviluppo sociale ed equilibrato degli scambi commerciali.
Nella crisi strutturale contemporanea e’ necessario pertanto agire in fretta nel “bloccare ogni forma di speculazione finanziaria” per riconvertire verso una rinnovata eguaglianza economica e sociale,  favorire le reali opportunita’ di sviluppo; quindi sono necessarie azioni concentrate per ottenere una più equa redistribuzione delle ricchezze, in modo da arrestare la spirale di esclusione sociale ed economica.
Risulta evidente che nello scenario globale è sempre più quello in cui ricchezza e benessere di sempre piu’ pochi determina un vasto panorama di esclusi dall’ utilizzazione delle ricchezze, infatti i così detti “nuovi poveri- disoccupati”, si contano ormai in molteplici milioni di persone nei  paesi a più elevata industrializzazione quali l’ Europa e gli Stati Uniti, conducendo di conseguenza ad una progressiva dissoluzione dello stato sociale e quindi ad una perdita di valori culturali ed ambientali che determinano la crisi strutturale che stiamo vivendo.
In particolare e’ decisamente il  fattore principale di decrescita della vecchia società industriale,  la sempre maggiore precarizzazione di un gran numero di giovani laureati e diplomati così che il problema della nuova povertà sta diventando socialmente sempre più grave e in continua crescita  con il passare del tempo così che quando i giovani di oggi diverranno vecchi sarà del tutto insostenibile.
In conclusione è decisivo riconvertire l’ Economia del Lusso, che spesso e’ stata solo una questione di marketing e di reclamizzazione anziche’ corrispondere ad una reale produzione di qualità, capace di dar vita al benessere sociale ed economico ed inoltre dare sviluppo al lavoro nella futura società della conoscenza in un ambiente pulito e salubre e culturalmente elevato.
Altresì la spirale recessiva accompagnata da un’ inflazione in crescita, rischia a breve di rendere inutili i sacrifici prodotti dalle recenti manovre di recupero del debito pubblico .
Infatti e’ necessario capire che la crisi che stiamo attraversando e’ strutturale e cioè che è entrato in saturazione un ciclo economico dominato da vecchie modalità di produzione e di stili di vita che hanno incentivato l’ Economia del Lusso.
L’ Economia del Lusso ha infatti agito sistematicamente nel creare una separazione insostenibile nelle distribuzione del reddito, proprio al fine di sostenere la produzione ed il mercato del lusso. Infatti si è permesso di favorire il potere di acquisto di classi privilegiate anche non indagando troppo sui loro redditi in funzione dei pagamento delle tasse.
In tal modo l’ Economia del Lusso è stata sostenuta politicamente per molteplici anni, anche se la spirale di crescita verticale dell’ Economia del Lusso determinava di concerto disoccupazione in molti altri settori della produzione e del lavoro professionale.
La casta politica, anch’essa tendente ad arricchirsi interessandosi principalmente dei propri guadagni, ha permesso di incentivare l’ accettazione di stili di vita tendenti ad apprezzare i consumi del Lusso, valorizzandone con la reclamizzazione e le strategie di marketing e di design della moda, quello stile di vita basato su una invidiabile vuotezza del superfluo che viene spacciata per status-simbol della creatività contempoanea.
L’ Economia del Lusso va quindi rapidamente riconverita perchè il sistema strutturale di produzione del Lusso è ormai entrato in saturazione mentre la produzione che ha nuove possibilità di crescita nel mondo globale si accentrano in altri settori chiave dell’ innovazione tecnologica e scientifica che definiscono il passaggio tra la vecchia società industriale e la futura società della conoscenza.
Pertanto sono le componenti strutturali dell’ economa che andranno riconvertite e liberalizzate dai privilegi in modo da consentire lo sviluppo di nuove modalità di produzione e di lavoro piu’ rispettose dell’ ambiente capaci di conseguire una sostenibilità economica duratura.
Il processo sostanziale che puo farci uscire dalla crisi strutturale contemporanea è quindi essenzialmente quello di riconvertile l’ Economia del Lusso in altre produzioni ad elevato contenuto scientifico e tecnologico tali che possano determinare prospettiva di reddittività, di impiego di laureati e diplomati di lungo periodo, cosi’ che tale strategia di riconversione si associ a nuove possibilità di distribuzione più equa del reddito nel lungo termine senza le quali il sistema economico dei paesi industrializzati è destinato al tracollo.
Questa è la trasformazione dell’ Economia del Lusso che dovrà essere esercitata co-operativamente con modalità dirompenti di cambiamento economico e sociale,  in quanto la transizione dovra’ essere compiuta a breve e medio termine direttamente finalizzata al  passaggio verso la futura economia della conoscenza.
Il rinnovato valore economico-sociale verra’ realizzato costruendo delle opportunita’ di cambiamento che creano rinnovate forme produttive che sono il frutto della creativita’ di una nuova epoca capace d’ immaginazione scientifica, culturale ed artistica”, che nel loro insieme finalizzeranno la crescita nelle direzione della de-materializzazione dell’ economia, producendo un definitivo miglioramento dell’ impatto ecologico della produzione, valorizzato dalla comunicazione d’ impresa basata su una estesa condivisione interattiva dei saperi.
Pertanto una nuova ottica di politica economica è oggigiorno estremamente  necessaria per rinnovare la strategia di produzione e di management innovativo della impresa,  basata su competenze scientifiche avanzate e tecnologiche, anziché su quelle dei design della moda e del marketing del Lusso, ormai divenuta evidentemente socialmente insostenibile .
In questa prospettiva di riconversione del sistema produttivo ed economico il “mondo femminile” ha una grande responsabilità sociale tesa ed intenzionata a non rendere più sostenibile la deleteria Economia del Lusso in quanto la sua riconversione dipenderà principalmente dall’ acquisizione di una nuova mentalità critica per il Lusso superfluo. Infatti il Lusso non potra’ più’ essere spacciato per creatività contemporanea mentre è spesso solo vestigia di packaging che determina inutili sprechi e favorisce una insana stupidaggine negli atteggiamenti della gente che si pavoneggia per essere rivestita di noti marchi delle aziende del Lusso.

Biblio on Line:https://dabpensiero.wordpress.com/;http://www.edscuola.it/archivio/lre/art_of_innovation.pdf;

http://www.psicolab.net/public/pdfart/10081.pdf;http://www.edscuola.it/archivio/lre/decrescita.pdf

 

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di Paolo Manzelli, manzelli.lre@gmail.com, www.edscuola.it/lre.html

(da http://www.pdpiemonte.it/articoli/dipartimento-economia/)


Quello che la gente si aspettava da un Governo tecnico,  per  superare  le inconcludenti diatribe politiche dei partiti e’ un processo di rigenerazione dell’ economia consumistica del lusso in economia del benessere.

L’Economia del “Benessere” si basa su due criteri di valutazione fondamentali: l’efficienza territoriale e l’equità sociale.

 1) Pertanto per trasformare la società dei consumi opulenti e del divertimento in società efficiente basata sul benessere condiviso, il Governo dovrebbe, in accordo con le Regioni, rigenerare lo sviluppo rilocalizzando i criteri di sviluppo solidale onde evitare sperperi di denaro pubblico per favorire una territorialità solidale dove il territorio viene ripensato e gestito come uno spazio comune di responsabilità economica ed ambientale, secondo i criteri della eco-economia solidale finalizzati a coltivare un’economia del territorio a filiera corta, allentando la dipendenza dei consumatori dalle grandi strutture distributive e mediatiche dei supermercati e della reclamizzazione in TV, supportando e diffondendo i Gruppi di acquisto solidale (GAS) e i Distretti di Economia Solidale (DES).

2) Inoltre per favorire l’ “Equità Sociale” e’ divenuto necessario modificare sistematicamente la distribuzione del reddito e delle risorse tra gli individui.
A tale scopo e’ prioritario  tassare ogni forma di privilegio e di conservazione patrimoniale, orientate all’ accumulazione e messa a profitto del capitale finanziario, in particolare andra’ tassata ogni forma di transazione finanziaria in borsa.

Inoltre è necessario utilizzare i finanziamenti delle tassazioni per riconnettere e riconfigurare la produzione secondo criteri di condivisione dei saperi e delle pratiche economiche, per promuovere forme di “open innovation” in ambiti sempre più vasti ed integrati  che vanno  dai beni alimentari alle nuove tecnologie.
In particolare i finanziamenti detratti dalle tassazioni dovranno risolutamente il passaggio all’uso di fonti energetiche rinnovabili, geotermia, solare ed eolico.

Diversamente da tutto ciò,  il Governo del Prof. Monti si è presentato come una “agenzia di recupero crediti” che ci rende incapaci di immaginare un futuro specie per le giovani generazioni, se non in forma di incubo generato dall’ aumento delle disparità economiche e sociali.

Probabilmente il Governo e  chi lo rappresenta, crede possibile continuare in una crescita della società dell’ opulenza  del lusso  e del divertimento, limitato a un numero sempre minore di cittadini che si fanno sempre più ricchi, mentre gli altri non riescono a finire il mese se non indebitandosi  facendo sempre più a meno dei beni primari.

Penso che durante il 2012 la gente in un modo o in un altro si sveglierà da questo incubo ed agirà sulla base di criteri di “democrazia diretta”,  intenzionata ad operare il cambiamento per uno sviluppo capace di Futuro.

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Paolo Manzelli, manzelli.lre@gmail.com; http://www.edscuola.it/lre.html

Le evoluzioni culturali, avvengono in momenti in cui tutte le “emergenze” si saturano in una crisi economica “strutturale. In tale occasione l’esigenza di nuove concezioni dello sviluppo emerge come tensione collettiva capace di sostituire i vecchi schemi mentali che guidano la politica così come gli stili di vita dei cittadini colpiti dalla crisi, poichè si comprende che la crisi non è limitata ad un cambiamento dell’ economia finanziaria ma in tutta evidenza necessita di un cambiamento strutturale della societa’.Viviamo pertanto in un epoca che segna il “punto di non ritorno al vecchio sistema di sviluppo industriale, che come tale non ha alcuna possibilità di non inquinare il pianeta. Appare ormai evidente che non basta affrontare il problema della riduzione degli inquinanti in quanto  emerge con forza l’ esigenza di attuare un più profondo e complesso cambiamento delle strategie di sviluppo strutturale della produzione e dei criteri di sviluppo economico e sociale.

La storia insegna che cio’ che non è successo durante vari secoli puo’ avvenire in un breve lasso di tempo; infatti le popolazioni ad un tratto non hanno più timore di cambiare anche se non ci sono modelli di sviluppo precedenti da imitare, così che in breve tempo i popoli all’unisono divengono capaci di rivoluzionare creativamente la vecchia cultura considerata ormai obsoleta e dannosa, ponendo una nuova attenzione ed intenzione di esplorare e sperimentare nuove opportunità condivise di crescita sociale ed economica.

Oggigiorno tale cambiamento che segna “il punto di non ritorno”, tra la vecchia società industriale e la società della conoscenza condivisa è ad un passo dall’ essere messo in atto. Infatti la causa più evidente della crisi economica e strutturale contemporanea è posta in tutta evidenza dalla insostenibilita’ della vita del nostro pianeta in quanto la natura complessivamente non riesce piu’ a sopportare il tipo di sviluppo industriale, che in verita’ sta travolgendo il sistema di vita in ogni suo aspetto, a partire dalla salute, alle carenze e all’ insicurezza alimentare, ai dissesti idro-geologici , e al peggioramento sistematico delle condizioni di vita economica e sociale, ormai sempre piu’ esteso che ormai coinvolge anche i paesi  precedentemente ad alto tasso di sviluppo come gli USA e l’ Europa.

In particolare la vecchia Europa si trova nel rischio di crollare per aver scelto una insoddisfacente politica Monetaria dell’ Euro, in quanto essa non collima piu’ con esigenze d’ innovazione capaci di delineare e rendere operativo il cambiamento sociale ed economico strutturale che permettera’ di tradursi in crescita della società della conoscenza.

A tutti gli effetti infatti e’ proprio il ritardo che l’ Europa ha accumulato dall’ anno 2000 ad oggi nella costruzione della società della conoscenza, quello che oggigiorno e’ divenuto la causa principale del dissesto che rende la speculazione finanziaria una vera fornace capace di bruciare di ogni iniziativa di recupero debito, se essa viene affrontata unicamente in chiave economicistica di un ritorno degli investimenti finanziari. L’ Europa si trova pertanto in una situazione nelle quale si pensa di spegnere la fornace speculativa immettendo una valanga di carta (Bond) o di altri prodotti combustibili (Euro-bond) .

Quello che putroppo si rischia di non capire ancora consiste nel fatto che i sacrifici economici richiesti ai cittadini andranno in breve tempo nuovamente in fumo perche’ potranno rivelarsi del tutto inutili ad opporsi ai nuovi attacchi speculativi .

Infatti se non metteremo mano ad un sostanziale cambiamento dello sviluppo e degli stili di vita che vada nelle direzione della crescita innovativa della societa’ della conoscenza la speculazione continuera’ imperterrita a spolpare le residue forze sociali che non ancora giunte al “punto di non ritorno”, rischiano di divenire sempre piu’ incapaci di co-organizzarsi secondo nuove direttrici di sviluppo cognitivo generative della futura societa’ della conoscenza.

L’ Europa se persistera’ nel ritenere come determinante il pareggio di bilanci arretrati immettendo obbligazioni ad alti tassi di interesse, di fatto riuscira’ a presentarsi ai cittadini solo come un “incubo da strozzinaggio”, proprio a causa di una inutile insistenza di occuparsi prevalentemente, perseguendo teorizzazioni economiche obsolete, del recupero del credito solo per mantenere il valore commerciale dell’ Euro in favore del sistema bancario centrale che di fatto governa l’ Europa.

Questo modo di agire e’ indubbiamente accompagnato da un crollo di credibilità nella democrazia partecipata , che e’ il corrispettivo dell’ incapacita’ della istituzione Europea di agire al di sopra delle semplici misure “quantitative” orientate dal recupero crediti attuate secondo gli indirizzi della BCE ( Banca Centrale Europea), mentre viceversa la necessità storica e’ quelle di agire sulla base con criteri di sviluppo d’ innovazione per il cambiamento che sono quelli che hanno l’ efficacia qualitativa di modificare strutturalmente le modalita’ obsolete dello sviluppo industriale e di tradurle in crescita della “eco-economia” della conoscenza.

Quello che dovremo coscientemente capire e’ che nello sviluppo dalla economia della conoscenza il sapere  non permane piu’ correlato al passato a volte troppo remoto, ma alla creativita’ critica e costruttiva contemporanea finalizzata a modificare la struttura obsolescente della società industriale così da superare le concezioni obsolete e la loro suddivisione disciplinare articolata socialmente in professioni standardizzate che oggigiorno dovranno essere riconvertite nell’ambito delle nuove strategie trans-disciplinari di sviluppo delle risorse umane.

E’ pertanto necessario riconoscere che sono le “risorse umane” e non quelle economiche a determinare la futura crescita della società della condivisione dei saperi.  Pertanto l’ innovazione della ricerca sia scientifica, tecnologica e sociale misurata in termini di evoluzione delle strategie di sviluppo, sara’ quella che permetterà la smaterializzazione della produzione che e’ determinante dello sviluppo della società della conoscenza. Ciò sara possibile mediante la partecipazione collaborativa di reti d’ impresa e ricerca impegnate ad es. nello sviluppo delle nano-e bio-tecnologie della ro-obotica, così come con le applicazioni di energia alternative naturali (geotermica,solare ed eolica).

Il lavoro piu’ appropriato allo sviluppo delle societa’ della conoscenza oggi non è più, salvo rare eccezioni, basato sulla tradizionale separazione tra lavoro intellettuale e manuale; infatti nella maggioranza dei casi la società della condivisione dei saperi sara’ fondata su un lavoro cognitivo e manageriale, capace di utilizzare complessivamente le conoscenze scientifiche e tecnologiche piu’ avanzate di cui si dispone per produrre altre conoscenze innovative, portatrici di utilità di uno sviluppo eco-economico organico alla sostenibilità ambientale.

Pertanto la nuova economia  è diventata una strategia di sviluppo  in cui è la conoscenza che viene messa al lavoro entro sistemi di open innovation e di disruptive innovation.   Questa e’ la trasformazione cooperativa e dirompente che dovra’ essere  compiuta a breve e medio  termine nel passaggio verso  l’economia della conoscenza, in cui il valore economico-sociale viene prodotto costruendo delle opportunita’ di cambiamento che creano rinnovate forme produttive e valori sociali che sono il frutto della creativita’ di una nuova epoca capace di “immaginazione,scientifica , culturale ed artistica“, che nel loro insieme finalizzeranno la crescita nelle direzione della de-materializzazione della economia producendo un definitivo miglioramento dell’ impatto ecologico della produzione, valorizzato dalla comunicazione  basata su una estesa condivisione interattiva dei saperi.

Conseguentemente chi vorrà effettivamente uscire dalla sistematica decrescita della struttura della società industriale e si impegnerà a capire come deve essere gestito il passaggio verso la futura societa’ della conoscenza, dovra’ reperire e dare sviluppo alle opportunita’ di cambiamento che aprono nuove strategie di sviluppo “eco-economico”, che si presentano a tutti gli effetti come nuove capacita’ di crescita nel quadro-dell’ attuale de-industrializzazione che ormai procede verso la piu’ completa desertificazione delle imprese manifatturiere Europee ormai mature, in gran parte definitivamente trasferitesi nei paesi emergenti.

Putroppo abbiamo avuto una casta politica e dirigenziale ben pagata e allo stesso tempo irresponsabile che ha sperperato denaro creando uno smisurato debito pubblico, proprio in quanto e’ stata incapace di delineare una  visione prospettica di lungo periodo quale era necessaria a favorire il cambiamento strutturale strategico cruciale per  favorire la crescita della economia  della conoscenza. Ora la stessa dirigenza politica ed economica è solo capace di attuare una ragioneristica strategia dei tagli da effettuare proponendosi di farli pagare ai soliti lavoratori e ricercatori che sono l’ elemento propulsore della rinnovata crescita economica. Credo in vero che il “Punto di Non Ritorno” sia assai vicino e pertanto bisognera decidere dal basso, attuando una forma più efficace di democrazia diretta, cosa dovremo fare in piena coscienza per favorire un rinnovato tipo di sviluppo collaborativo piu’ equo, solidale con gli uomini e la natura.

Biblio on Line

Arte e scienza del cambiamento : http://www.edscuola.it/archivio/lre/ARTE_E_SCIENZA_CAMBIAMENTO.pdf

Ricerca ed innovazione: http://www.edscuola.it/archivio/lre/ricerca_e_innovazione.htm

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Il progetto “Arte Quantistica e Scienza per un Nuovo Rinascimento” di QuantumArtGroupItaly/Egocreanet è stato selezionato da Italia degli Innovatori – Presidenza del Consiglio dei Ministri come eccellenza italiana nel campo dell’innovazione.

QuantumArtGroupItaly/Egocreanet sarà presente nel Padiglione Italia a Shanghai dal 29 ottobre al 5 novembre 2011 rappresentato dal Presidente Vicario architetto Roberto Denti e con la proiezione di un proprio video nella mostra multimediale, in coincidenza con il Forum Sino-Italiano sull’Innovazione, alla presenza del Ministro Renato Brunetta e del Ministro Wan Gang.

Lo scorso anno la mostra multimediale presso il Padiglione Italia dell’Expo di Shanghai è stata visitata in due settimane da oltre 525.000 persone e quindi la visibilità che QuantumArtGroup/Egocreanet avrà in questa importante manifestazione sarà molto elevata in termini di qualità dei contenuti e quantità di visitatori

Attestato Italia degli innovatori QuantumArtGroup – EGOCREANET

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di Paolo Manzelli ; LRE@UNIFI.IT, www.edscuola.it/lre.html;www.wbabin.net

“La rigenerazione del pensiero in proposito delle strategie di sviluppo ha una importante indicazione nella strategia di OPEN INNOVATION per l’ innovazione diffusa in sistemi complessi di cambiamento .

Il termine “Open innovation” nasce nel 2003 come strategia descritta nel libro con un titolo “Open innovation: the new imperative for creating and profiting from technology”, dell’ autore Henry Chesbrough, professore e direttore esecutivo del “Center for Open Innovation at Berkeley”.

Tale strategia e’ indicata come ottimale per superare, facendo rete, la crisi epocale della struttura produttiva della vecchia società industriale che ha avuto nella competizione aziendale delle filiere merceologiche e nella scienza suddivisa in discipline il suo paradigma di sviluppo .

Oggi la globalizzazione dell’ economia ed i processi di ricerca scientifica hanno acquisito una complessita’ tale cosi’ che il nuovo tipo di sviluppo dovra’ assumere una struttura reticolare, dove la competitivita’ viene gradualmente sostituita da una stretta ed ampia collaborazione tra ricerca ed impresa, al fine di co-organizzare una innovazione di sistema finalizzato a delineare un nuovo modello di sviluppo eco-compatibile.

Nell’ ambito di questa transizione, tra la obsoleta società industriale e la futura società della conoscenza condivisa, fondamentale risulta essere il ruolo del flusso delle conoscenze che producono innovazione di sistema con modalita’ adatte a permettere la valorizzazione interattiva della condivisione di conoscenze e quindi capace di riorganizzare la formazione nel settore della promozione e del management dei processi innovativi.

Pertanto è necessario attivare nuovi e significativi modelli di comunicazione interattiva per sistemi di impresa e ricerca a rete che si evolvano sulla base di concetti di collaborazione condivisa e inoltre di ampia diffusione delle conoscenze scientifiche e tecnologiche piu avanzate.

L’ Open Innovation e’ pertanto una strategia impostata su principi ispiratori della innovazione diffusa che necessita di aziende e insiemi di ricerca che decidano di rendersi effettivamente disponibili a condividere contributi sulla base di interessi reciproci allo scopo di raggiungere prestazioni capaci di superare la crisi strutturale contemporanea.

Gli intermediari catalizzatori della “Open Innovation” per lo sviluppo della innovazione diffusa e lo scouting di nuove idee, sono prevalentemente organizzati come enti o associazioni “No-for Profit “, che mettono a disposizione di imprese a gruppi di ricerca , piattaforme di comunicazione on line, per valorizzare la condivisione della relazioni e delle conoscenze, perseguendo l’ obiettivo di mettersi al servizio delle comunità regionali per ottenere i necessari finanziamenti di una intermediazione fortemente articolata, tesa a correlare imprese con differenti caratteristiche di produzione e aggregare sistemi di ricerca con modalita trans-disciplinari.

L’attività degli intermediari e’ pertanto decisiva per predisporre il terreno alla diffusione di una nuova cultura d’impresa in quanto l’ innovazione di sistema non può prescindere dalla formazione di un management on line capace di interpretare e disseminare l’innovazione diffusa come sistema alternativo di sviluppo che modificando i criteri tradizionali di competitivita’ aziendale necessita innanzitutto di una peculiare attenzione promuovere relazioni solidali sia economiche che sociali capaci di ripensare e avviare nuovi modelli e strategie di business .

La gestione dell’ emergente cambiamento della organizzazione territoriale basato su strategie di collaborazione tra impresa e ricerca ha il suo fulcro nelle modalita’ piu’ adeguate per acquisire fiducia reciproca; per tale ragione la “sensibilita empatica” diviene uno strumento manageriale indispensabile per gestire una visione di sviluppo relazionale basato su sistemi di interconnessione reticolare.

Pertanto EGOCREANET/LRE ed i collaboratori della Community le “5i” , propongono di focalizzare ulteriormente i criteri dell’ OPEN INNOVATION, sotto il profilo dell’ innovazione relazionale in modo da valorizzare l’ Intelligenza Strategica Empatico Sociale al fine di realizzare processi d’ innovazione in modo consapevole . Facendo riferimento al libro di J.Rifkin sulla “Civilta della Empatia” in merito alla necessità di trasformare situazioni critiche in straordinarie opportunità , proponiamo a quanti lo ritengano opportuno di co-organizzare un prossimo Workshop sul tema :

“Open and Emphatic Innovation “ allo scopo di imparare assieme come valorizzare l’ innovazione in modo da dare sviluppo a comunita’ in rete tra ricerca ed impresa, su ampi settori della riconversione imprenditoriale cosi’ da determinare una favorevole convergenza tra bisogni e opportunità mediata dalla “Innovazione Empatica” e favorire lo sviluppo territoriale di sistemi complessi.

BIBLIO ON LINE

http://www.edscuola.it/archivio/lre/economia_di_impresa_a_rete.htm

http://www.edscuola.it/archivio/lre/art_of_innovation.pdf

http://www.edscuola.it/archivio/lre/accelerare_cambiamento.pdf

http://www.toscanaeconomia.it

“Jeremy Rifkin “La civiltà dell’empatia” – Mondadori – Milano 2009

http://en.wikipedia.org/wiki/Empathic_design ;http://faculty.fuqua.duke.edu/~moorman/GeneralMills/Section3/Section3Documents/Spark.htm

https://www.facebook.com/pages/edit/?id=206720226021455&&sk=basic

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“Umanità intrappolata” Daniela Biganzoli(Dab)

Acrilico su tela –  60×60  – 2011

L’opera vuole esprimere la crisi in cui si trova  l’umanità, rappresentata da un cuore intrappolato in un filo spinato che lo stringe sempre più facendolo sanguinare. L’uomo oggi si trova a dover fronteggiare una crisi economica, sociale ed ambientale alla quale dovrà porre rimedio per non arrivare ad un collasso che ritengo inevitabile senza un cambiamento di pensiero. Sullo sfondo i globuli rossi si caricano di  un duplice valore; assumono valenza negativa quando pensiamo a loro come perdita di sangue, ma contemporaneamente positiva se interpretati come energia vitale per vincere il collasso e superare la crisi strutturale dell’epoca in cui viviamo.


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di Paolo Manzelli < LRE@unifi.it> ,www.edscuola.it/lre.html


Invece di attendere passivamente che futuro diventi presente, ovvero pronosticare un futuro visionario che non c’e’, in verita’ il futuro va pensato per affrontare i rischi e le difficolta’ del presente per vincere le sfide del futuro. Spesso infatti si sono realizzati progetti di sviluppo per il futuro, pronosticando che si potessero avere ricadute sulla società e sul territorio; viceversa invece di fare progetti poco concreti e impastati di burocrazia,  e’ in vero piu ‘ importante mettersi in gioco superando con decisione  incertezze e rischi del cambiamento .

E’ infatti necessario impegnarsi a fondo per  risolvere le problematiche del presente per costruire un futuro che conduca ad un cambiamento condiviso delle dinamiche di sviluppo, così da superare l’ attuale difficolta’ di crescita della produzione nel quadro contemporaneo della transizione  tra la società industriale e la società della conoscenza. In particolare e’ necessario capire che l’ attuale dirigenza politica-economica ha con ogni evidenza una concezione errata della portata delle  immanenti situazioni di rischio sociale ed economico; lo dimostra il fatto che nessuno e’ stato in grado di prevedere la profonda crisi strutturale e neppure la rivoluzione sociale iniziata nei paesi arabi del mediterraneo.

In risposta alla crisi si e’ purtroppo  sostenuta la logica di un mercato capace di autoregolarsi, che in vero oggigiorno e’ divenuta priva di senso comune nel quadro della complessita’ della globalizzazione che non solo si basa su fattori economici, ma ha il suo fulcro nell’ evoluzione dei sistemi di informazione.

Si è ritenuto pertanto che la finanza potesse essere deterrente alla crisi, così che i capitali sono stati impegnati in rischiose situazioni di gioco d’ azzardo in borsa, come se le opzioni sui “futures” potessero sostenere la crescita economica scommettendo al rialzo ed al ribasso, pensando ingenuamente che l’estrarre denaro permettesse di aggregare  investimenti capaci di generare innovazione in un futuro gravido di promesse. Viceversa ogni reale possibilita’ di attuare il necessario cambiamento storico-sociale, consiste oggi nel fornire un rinnovato modello logico dell’ economia, rispondente alle presenti necessità di sviluppo della società della conoscenza, in modo da divenire capaci di superare le difficolta’ economiche e sociali contemporanee, che spesso si annidano all’intero delle dinamiche relazionali e di condivisione dell’ innovazione dei saperi.

Infatti in mancanza di una profonda revisione cognitiva della formazione accentua l’ effettiva incomprensione delle possibili soluzioni delle problematiche strutturali della crisi, che sostanzialmente riguardano la difficolta’ di favorire nuove e rinnovate opportunita’ di lavoro per le giovani generazioni in modo adeguato al loro livello di studio .

Per dare un futuro di lavoro alle giovani generazioni e’ pertanto necessario attuare un strategia  di  riconversione delle produzioni manifatturiere, le quali infatti per non subire la concorrenza dai paesi emergenti sono costrette ad importare lavoro manuale, ovvero trasferirsi la dove il lavoro manuale e’ a basso costo , così che complessivamente il risultato di tali operazioni indirizzate al sostegno della competitivita’ aziendale  risulta  essere quello di esportare ricchezza ed importare poverta’.

Revisione cognitiva e riconversione della produzione manifatturiera di settori di produzione maturi sono pertanto i pilastri  di una complessa innovazione contemporanea dei sistemi locali di sviluppo.

La Regione Toscana in tale contesto di sistemi locali “revisione/riconversione “sta favorendo un piano di sostegno per  costituzione e dello sviluppo strategico di Poli di Ricerca e Innovazione basati sul rinnovamento dei servizi all’ impresa  e sulla costruzione di piattaforme scientifiche e tecnologiche per la ri-organizzazione contemporanea dei distretti dello  sviluppo regionale.

Al fine di collaborare con tale strategia l’ Associazione di Ricerca e Sviluppo EGOCREANET/LRE e collaboratori , nel mese di Marzo 2011, organizzano la prima Edizione della TUSCANY-NANOWEEK ad Empoli (nei giorni 07/09/11) ed il 19 Marzo/11, il convegno sul tema “Intelligenza Strategica“ al fine di  attuare una ricognizione sul territorio regionale delle aggregazioni di imprese e soggetti di ricerca che possano coordinarsi  in forme di sinergie di collaborazione dell’ innovazione dello sviluppo, promuovendo la creazione dei Poli Regionali di sviluppo scientifico e tecnologico, specificatamente orientati a favorire la futura occupazione di giovani diplomati e laureati.

– Poli tecnologici : http://www.siamotuttigiornalisti.org/it/content/innovazione-e-sviluppo-del-polo-tecnologico-sulle-nanotecnologie-toscana

– Facebook Intelligenza Strategica e Cambiamento:

: http://www.facebook.com/topic.php?uid=165558100134984&topic=307

–         Nano-tecnologie: http://www.edscuola.it/archivio/lre/NANOTECH_D.pdf

–         Piattaforma : http://www.toscanaeconomia.it

–         NanoWeek : http://www.edscuola.it/lre.html

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