di Daniela Biganzoli (Dab)
“La più bella sensazione è il lato misterioso della vita. E’ il sentimento profondo che si trova sempre nella culla dell’arte e della scienza pura. Chi non è in grado di provare nè stupore nè sorpresa è, per così dire, morto; i suoi occhi sono spenti“. (Albert Einstein)
Questo spazio vuole essere una raccolta di pensieri, di divagazioni sulla cultura, intesa come farmaco, cura a mali sia psichici che fisici.
La cultura e’ sapienza, conoscenza che si esprime attraverso varie forme dall’ arte, alla musica, alla scienza e cosi’ via, infondendo linfa vitale al nostro spirito, appagando la nostra ricerca del bello; spesso donandoci pace e serenità.
La mia è una continua ricerca verso una verità, una realtà meno tangibile, invisibile ad occhi nudi, ma percepibile con altri sensi.
Immaginiamo di essere in una stanza buia, che sappiamo arredata con vari mobili, che ovviamente non riusciamo a vedere , ma che sappiamo esistere. La realtà è come quella stanza buia, nascosta ai nostri occhi, eppure sappiamo che esiste, ma non siamo in grado di vederla, ma se accendiamo l’ interruttore della luce improvvisamente la stanza ci appare nitida, chiara. Allo stesso modo si tratta di trovare quell’ “interruttore “che ci fa arrivare alla conoscenza. Liberarci dal famoso velo di Maya, dall’illusione prodotta dai nostri sensi. Una di queste strade può essere l’ Arte, che io considero, d’accordo con Proust, l’ ingresso in un altro mondo, oltrepassando, come diceva Kandinsky, i limiti nei quali il tempo vorrebbe comprimerla per indicarci il contenuto del futuro.
Sono una pittrice di Arte Quantistica (vedi “Le mie opere“e “Le mie opere digitali“). Sono la responsabile del Movimento quARte di EGOCREANET, ONG di Ricerca e Sviluppo dell’Università di Firenze. QuARte è finalizzato ad aumentare la “realtà conosciuta” integrando i punti di vista artistico, scientifico e tecnologico.
“Nella ricerca basata sull’arte quantistica condotta da Daniela Biganzoli, alias Dab, si deduce che l’arte può fornire un funzionale e concreto contributo alla conoscenza, perché utilizza la creatività individuale per configurare nuove delimitazioni dello spazio subatomico nella realtà occulta, per carpirne le strutture, i mutamenti, le combinazioni, le successioni, le apparenze, le sfumature, ma anche ogni manifestazione intellettiva e ogni ipotesi compositiva. L’arte del passato ha spesso tentato di visualizzare l’ignoto e le situazioni ancora inesplorate, così come la religione ha ispirato visualizzazioni mistiche. Contesti ultraterreni sono stati portati a visibilità da maestri eminenti tra cui Giotto, Michelangelo, Brueghel, rendendo constatabili scenari come il giudizio universale, il paradiso, l’inferno e altri accadimenti trascendentali. Prima dell’avvento della fisica quantistica le opere orientate alla rappresentazione di realtà diverse da quelle percepite erano di prassi inquadrate come “Lavori di fantasia”.
Sulla scia di tali considerazioni la Biganzoli intraprende un articolato cammino sperimentale e si inoltra in un avvincete e sorprendente viaggio di scoperta. Il “Figurativismo Quantico” funge da strumento efficace per veicolare il fruitore verso la presa di coscienza di un radicale cambiamento di mentalità, nella piena consapevolezza cognitiva e nella capacità acquisita di accogliere e accettare quanto percepito, non pensando più alla dimensione reale in termini di matericità, ma recependo il circuito quantistico come preziosa “incubatrice” di innovativi stimoli.
Le creazioni consentono l’approccio a tematiche, che trasportano verso una cultura innovatrice, con nuovi modelli di riferimento inseriti in proiezione universale all’interno dell’entità fisica fondamentale e onnipresente, denominata “Campo Quantistico”. La Biganzoli si muove nell’affascinante comparto dell’arte quantistica catturata dal coinvolgente passaggio “Dall’Io al Noi”, dal pensiero individuale a quello collettivo, dalle molteplici serie di sfaccettature, idee, visioni e prospettive eterogenee. Vuole condividere i principi di una vera “Coscienza/Conoscenza” per generare una rifrazione della realtà, che tende all’armonia e all’equilibrio assoluti, che sono connotazioni basilari del rapporto tra arte e scienza, riguardanti lo scambio primario e indispensabile per alimentare lo spirito creativo.
È consapevole, che il gesto artistico è frutto di metodi, forme, processi scientifici e culturali modulati da onde emozionali, cromatiche e sonore, nonché da proprietà fisiche e biologiche, tutti “Ingredienti speciali”, la mescolanza sprigiona l’energia creativa, che caratterizza soprattutto la donna, quintessenza della fertilità, che simboleggia il tramite di passaggio a un livello di perfetto bilanciamento energetico tra uomo e donna per garantire un’umanità migliore. Nella sintesi narrativa, che implica la “Contaminazione e commistione” tra arte e scienza si coglie l’incipit propulsore della quantum art: realtà come illusione e illusione come realtà, intendendo per illusione tutto ciò che i sensi non riescono a individuare, ma che esiste ed è comunque reale”. Dott.ssa Elena Gollini
“ Daniela Biganzoli rappresenta quel genere del fare arte che a mio parere appartiene all’ineffabile. Daniela Biganzoli fa un’operazione simile agli artisti simbolisti che operarono a cavallo del diciannovesimo e ventesimo secolo, ma va a cercare negli antri fisici dove la cellula diviene pulsione organica di un moto che chiamiamo emozione, sensazione, sentimento. E’ un ‘artista con una grande capacità tecnica e un evidente talento nel far divenire le figure protagoniste e allo stesso tempo armoniche nello spazio illusorio del quadro. Le sue immagini rivelano una modernità che invece di essere fredda e avulsa dalla passionalità propria di chi usa colori e forme per esprimersi diviene leggibile, facile ed evidente nell’armonia che Daniela riesce a creare in una tridimensionalità che è sintesi tecnica e poetica insieme. Poche artiste danno nel vivere reale la stessa essenza che poi creano con la pittura, lei ci riesce e in questa rarità la scienza, il numero, la formula matematica, divengono racconto, immagine, poesia“. Prof. Alberto D’Atanasio
Vedi Dab_CV_Gennaio_2020
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Ho vissuto pensando per un po’ che lo studio della fisica potesse appagare la mia sete di conoscenza della realtà… ma questo seguire solo la mia parte razionale non mi appagava, sentivo che mi mancava sempre qualcosa ancora… avrei voluto studiare filosofia dopo la fisica… poi con le due gravidanze è venuta finalmente fuori la mia grande esigenza di esprimere tutta la creatività che avevo dentro… mi mancava ascoltare anche la mia parte creativa, emotiva e dar spazio alla mia fantasia senza limiti razionali… queste due parti ad un certo punto sono entrate in conflitto dentro di me, ma dopo un profondo lavoro di analisi su me stessa, grazie ad entrambe le mie parti sto vivendo a pieno la mia vita, non mi stanco mai di avvicinarmi alla realtà con la curiosità scientifica ma anche artistica, col mio corpo intero, uno, senza divisioni di mente cuore spirito corpo… purtroppo queste divisioni nette che in occidente hanno influenzato non solo la filosofia pura ma anche la quotidianità più banale di ognuno di noi sono la causa di tanti malesseri, individuali e sociali… faccio un augurio di scienza e arte a tutti!!! Soprattutto che i bambini possano respirarle entrambi fin dai loro primi passi…
poche idee, ma ben confuse…
@ luino:a te sembrano idee confuse perchè nascono dalla contaminazione fra settori differenti, dall’ intersezione fra cultura umanistica e scientifica.
Daniela