Relazione di Daniela Biganzoli (in arte Dab)
dedicata al grande genio Nikola Tesla in occasione della sua commemorazione avvenuta quest’anno al TESLA EXPO 2017 a Perth in Australia. La relazione, con un’opera pittorica,verrà presentata al
Convegno
BIOFOTONI ED ENERGIA PER LA VITA (Programma)
28 settembre 2017, ore 9:00÷19:00
Sala delle Adunanze dell’Accademia dei Georgofili, Logge Uffizi Corti, 50122 Firenze
“La Colomba di Nikola Tesla“ – Daniela Biganzoli(Dab)- 2017
L’arte, nel suo procedere non lineare, ha subito una trasformazione graduale e progressiva che vede oggi la nascita di una nuova forma espressiva, l’Arte Quantistica. Ritengo che l’Arte, come diceva Paul Klee, non riproduce ciò che è visibile, ma rende visibile ciò che non sempre lo è. L’Arte quantistica fa proprio questo, mostra, evidenzia quello che spesso altri linguaggi non riescono a dire, fornendo una nuova concezione del mondo meno limitativa e condizionante. Quest’arte diviene linguaggio ideale per un cambiamento radicale di paradigma, una visione olistica che cerca di comprendere la realtà delle cose nel suo insieme. Una visione che non è più pensiero individualista ed egocentrico, ma collettivo divenendo un canale veicolante verso un cambiamento radicale della realtà. La Scienza classica riduzionista, che si basa sulla convinzione di poter smontare ogni cosa per isolarne le singole componenti e studiarle una alla volta, sta attraversando un momento di profonda trasformazione e rinnovamento. È una scienza che non tiene conto che negli esseri viventi il tutto è superiore alla somma delle parti, secondo la visione olistica. Una Scienza Olistica che non sia al servizio del materialismo, degli interessi personali ma operi nel rispetto e nell’amore del Tutto, dell’intero. Mi riferisco ad una visione dove Arte e Scienza entrino in sinergia, lavorino insieme e una sia di aiuto all’altra. Pensiamo ad Einstein che attribuì soprattutto alla musica, sua grande passione, le sue intuizioni scientifiche arrivando a dire che “ I grandi scienziati sono artisti”.
La fisica quantistica sta veramente rivoluzionando l’intera concezione della realtà. Le implicazioni delle scoperte degli ultimi decenni, tuttavia, non hanno ancora nemmeno cominciato a scalfire le nostre convinzioni acquisite ormai da secoli durante tutta l’epoca industriale. La scienza è progredita oltre la nostra capacità di comprendere. Feynman, premio Nobel per la fisica, sosteneva che la nostra immaginazione riesce a comprendere solo la materia, il tempo che scorre verso il futuro e le tre dimensioni. Siamo prigionieri di certi schemi interpretativi da noi stessi creati nel passato. Le impalcature mentali, le ideologie, i concetti, le opinioni, condizionano sempre il nostro agire. Importante è dunque ampliare la nostra visione della realtà fino a comprendere un mondo che supera la nostra immaginazione; per questo è necessaria la collaborazione degli artisti che si affidano alla fantasia, alle intuizioni. Heisemberg, uno dei fondatori della meccanica Quantistica, oltre che premio Nobel per la Fisica, sosteneva che: “… gli sviluppi più fruttuosi si verificano spesso ai punti di interferenza tra due diverse linee di pensiero”.
Picasso, ad esempio, introdusse, con la sua opera “Les damoiselles d’Avignon” il concetto di Relatività quasi contemporaneamente ad Einstein, che con la sua teoria stravolse la concezione del tempo e dello spazio.
Le mie opere cercano così di interpretare queste nuove visioni.
Io credo che proprio l’arte possa essere importante per cambiare vecchie concezioni scientifiche riduzioniste-meccaniche che continuano a manipolare la nostra mente, impedendoci di comprendere la realtà. L’uomo, infatti, può solo interpretare pochissime onde elettromagnetiche che raggiungono i suoi occhi, quindi non è in grado di avere una visione obiettiva. L’artista quantistico, al contrario, si apre facilmente al nuovo, prendendo in considerazione anche ciò che appare inverosimile. Il suo compito è quello di togliere il velo dell’illusione e avvicinare lo spettatore verso una realtà nascosta spesso difficile da accettare. Da sempre l’arte è stata anticipatrice di nuovi modelli intuitivi cercando di superare ciò che ritiene ormai logoro, talvolta anche ripescando in un lontano passato, ma sempre rielaborando in un ottica nuova di immagini. La forza dell’artista sta proprio qui, non solo nella sua creatività, nella sua intuizione, ma nella capacità di anticipare anche la Scienza, spaziando in territori inesplorati dal comune sentire, promuovendo la nascita di una nuova coscienza, anche in campo scientifico.
L’arte vede il mondo da un’angolatura eccentrica che le permette di mostrare quello che altri linguaggi non riescono a dire.
Arte e Scienza sembrano non avere punti di contatto eppure già esaminando l’opera di Leonardo ci si rende conto che si avvalgono degli stessi processi di osservazione. Pensiamo ai bambini, prima ancora di impossessarsi del linguaggio, utilizzano il disegno, come tentativo di comprendere il mondo fisico. Le immagini, le forme e i colori costituiscono il mezzo di comunicazione più diretto.
Nel mio caso, come artista, mi esprimo attraverso la pittura, con l’idea che sia dapprima il cuore e poi la mente dell’osservatore ad entrare in sintonia con l’opera e a comprenderne il messaggio.
Per questo scoperte come quelle sui Biofotoni è importante che siano divulgate, trasmesse ai più perché divengano conoscenza comune.
I Biofotoni furono scoperti intorno al 1920 dal russo Alexander Gurwitsch ma provati scientificamente solo 40 anni fa dal biofisico tedesco Fritz Albert Popp e dal suo gruppo di ricercatori. L’importanza della scoperta fu confermata da scienziati eminenti come Herbert Froehlich e premio Nobel Ilya Prigogine. Siamo nel 2017 ma ancora oggi si parla poco di biofotoni. Come mai? Questo grande scienziato venne da subito ostacolato nelle sue ricerche dallo stesso ambiente accademico, che solitamente non accetta facilmente le nuove scoperte. A conferma riporto le parole di Max Planck, altro premio Nobel:“Una nuova verità scientifica non trionfa perché convince i suoi detrattori e fa sì che essi vedano la luce, ma piuttosto perché i suoi detrattori pian piano muoiono, e intanto cresce una nuova generazione per la quale i nuovi concetti sono scontati”.
Secondo Popp possiamo considerare l’uomo come un essere di luce. Siamo più degli atomi e delle molecole di cui siamo composti, ma esseri che emettono, comunicano per mezzo della luce, e formati dalla luce.
La Luce è importante per la vita in tutte le discipline scientifiche, dalla fisica alla biologia e all’arte stessa. Lo era già per i filosofi greci, per il Medioevo fino ad arrivare a Leonardo da Vinci che ne studiò la geometria e si interessò dell’interazione tra luce e ombra.
“Luce”- Daniela Biganzoli(Dab) – Opera Digitale
La materia vivente emette i cosidetti biofotoni, sotto forma di “Quanti Energetici”, che consistono in una luce estremamente debole equivalente a quella di una candela vista ad una distanza di 20 km. I Biofotoni fanno parte dello spettro elettromagnetico visibile (380-780 nanometri) e permettono di scambiare informazioni anche a lunga distanza. La luce nel nostro corpo viene immagazzinata ed emessa dal nostro DNA prendendola dai raggi solari e dal cibo che mangiamo.
I biofotoni inoltre presentano una caratteristica incredibile che caratterizza la vita, la coerenza. La coerenza si ha quando i biofotoni vibrano in sintonia, in concordanza di fase e con la stessa frequenza. Gli organismi in buona salute emettono bio-fotoni molto coerenti mentre gli organismi malati emettono fotoni meno coerenti. Quindi per mantenere la salute ci devono essere bassi livelli di entropia.
Popp ha dimostrato che la luce nel nostro corpo viene immagazzinata ed emessa dal nostro DNA che si trova nel nucleo di ogni cellula. Il DNA è la vita stessa; è la portatrice dell’ereditarietà. Esiste in tutte le cellule viventi di ogni animale e di ogni pianta della Terra.
I biofotoni però vengono emessi soprattutto dal cosìdetto DNA spazzatura, che corrisponde al 95%, definito così perché non se conosceva l’utilità e che invece ha un ruolo fondamentale.
Il DNA è come un internet biologico, un’antenna a banda larga che fornisce istruzioni; trasmette e riceve onde elettromagnetiche ed è capace di comunicare a distanza mediante segnali quantici-coerenti recepibili da altri DNA. Questo però non può mantenersi nè riprodursi se non e’ immesso in una soluzione acquosa.
Dalle ricerche del premio Nobel Luc Montagnier, il DNA è in grado di emettere e di trasmettere segnali elettromagnetici di bassa frequenza in soluzioni acquose altamente diluite, le quali mantengono poi “memoria” delle caratteristiche del Dna stesso.
Qui potete vedere una mia opera relativa alla memoria dell’Acqua, ”Informed Water”.
“Informed Water”-Daniela Biganzoli(Dab)
L’emissione di biofotoni aumenta con l’avanzare dell’età biologica, mentre al contrario il sangue di una persona sana e giovane emette più biofotoni del sangue di una persona anziana o con scarsa vitalità.
Alla morte dell’organismo vivente, si ha la massima emissione di biofotoni. A riprova di questo riporto le parole di Nikola Tesla durante un’intervista del 1899 rilasciata al giornalista John Smith: “Alla mia finestra, una mattina arrivò una colomba bianca, alla quale davo da mangiare. Ella voleva dirmi che stava morendo. Dai suoi occhi uscivano fasci di luce. Non ho mai visto negli occhi di nessuna creatura tanta luce come in quelli di quella colomba”.
Per rappresentare i Biofotoni attraverso una mia opera ho scelto proprio la Colomba bianca di Tesla come protagonista e messaggera di informazioni. Ma prima vorrei fare una breve premessa su chi fosse questo grande inventore del passato per comprendere meglio l’essenza dell’opera.
Nikola Tesla, uno dei più grandi scienziati di tutti i tempi, nacque nel 1856 in Croazia da genitori serbi. Ingegnere elettronico, inventore e pioniere degli studi sull’elettromagnetismo; definito un visionario.
Depositò circa 300 brevetti; in particolare inventò la corrente alternata, grazie alle sue capacità mentali quasi sovrumane. Ma la cosa più incredibile è come arrivasse alla realizzazione di queste geniali invenzioni; l’intero processo creativo aveva luogo solo nella sua mente. Affermava infatti: «Per me è del tutto indifferente costruire una turbina nella mia testa o in officina, riesco persino a notare quando va fuori bilanciamento.»
Il reporter americano John B. Kennedy che lo intervistò lo descrisse con queste parole: “Un uomo alto, snello, una figura ascetica che veste abiti sobri e che osserva il suo interlocutore con sguardo fisso e profondo … Una vita quasi monacale quella dell’ingegnere-filosofo-inventore: non beve, non fuma, segue una dieta ferrea. Totalmente concentrato nella sua missione: scoprire e creare.”
Per Tesla, infatti, il denaro non era importante, per questo motivo veniva considerato “il poeta della Scienza”. Immaginava un mondo in cui tutti gli uomini avrebbero ricevuto energia gratuita e illimitata. Nonostante la fama però morì povero e solo a 86 anni, in una camera d’albergo di New York.
Tesla possedeva una mente che riuscì a prevedere invenzioni future con un incredibile anticipo sui tempi, come ad esempio quella degli smartphone nel 1926.
Mi hanno particolarmente colpito queste sue parole, riportate di seguito, che mi fanno pensare al principio più importante della Fisica Quantistica, l’”Entanglement”..“Ogni volta che una delle mie persone vicine e care erano rimaste ferite, ho sentito il dolore fisico. Questo perché i nostri corpi sono di una costituzione simile, e le anime legate con dei fili infrangibili”. E’ come se avesse anticipato a livello intuitivo questo incredibile principio, confermato soltanto nel 1982 da Alain Aspect , a cui neanche Einstein volle credere. E’ un fenomeno non-locale, che si manifesta quando due particelle si influenzano a vicenda istantaneamente.
“Entanglement? Ho chiuso gli occhi alla verità”-Daniela Biganzoli(Dab)
A proposito della Luce, Nikola sosteneva che “Noi siamo luce, noi siamo Dio !” e ancora :“Io sono parte di una luce che è la musica. La luce riempie i miei sei sensi: la vedo, odo, sento, annuso, tocco e penso. Pensare a lei è il mio sesto senso. Le particelle di luce sono note scritte. Un raggio può essere un’intera sonata. Mille lampi sono un concerto.”
Di seguito riporto, come interpretazione sul tema dei Biofotoni, la mia opera “La colomba di Nikola Tesla”.
Come anticipato precedentemente, la scelta di questo soggetto è generata proprio dalle parole di Nikola riguardo l’arrivo della colomba che tanto amava. Qui la Colomba viene rappresentata con una luce emessa dalla testa, che non è bianca ma dei colori dell’arcobaleno, che costituiscono lo spettro solare o luminoso. Questa luce è un preciso richiamo ai biofotoni che vengono emessi dagli occhi della colomba in dose massima perchè prossima alla morte. Tesla manifestò una vera passione per questi uccelli che nutriva amorevolmente ogni giorno. Voleva dare amore ad esseri che sapevano corrispondergli; gli animali in generale e le colombe in particolare.
Nell’opera vediamo come sfondo molti fulmini, che rappresentavano per Tesla, insieme ai tuoni, un vero interesse, tanto da affermare:“ I fulmini sono i giocattoli piu’ belli che si possono trovare”. Veniva soprannominato “Il signore dei fulmini” soprattutto per i suoi esperimenti, in particolare quelli sulla famosa “Bobina”. Sembra che fin dall’infanzia avesse delle visioni precedute da strani lampi di luce, accompagnate da una intensificazione dell’udito, oltre ogni capacità umana. Probabilmente si trattava di “stati alterati di coscienza”; quando particolari aree del cervello normalmente dormienti vengono attivate, unendo le capacità intuitive a quelle razionali. Nei suoi scritti troviamo inoltre queste parole:”..usando il “fulmine di Giove” l’uomo annichilisce il tempo e lo spazio”.
Tesla aveva inoltre una vera ossessione per il numero 3 che viene considerato il numero della perfezione, dell’equilibrio delle forze, la sintesi spirituale. Il tre è associato anche alla lettera Gimel, che è la terza lettera dell’alfabeto ebraico che rappresenta l’espandersi e il contrarsi della luce infinita. Per questo li ho inseriti nello sfondo.
Sotto l’ala della colomba, invece vediamo la presenza del DNA per la sua importanza riguardo ai biofotoni. Infatti, come scrivevo, la luce nel nostro corpo viene immagazzinata ed emessa dal nostro DNA che si trova nel nucleo di ogni cellula.
Concluderei con queste parole di Nikola Tesla :
“Se volete comprendere i segreti dell’universo, pensate all’energia, alla frequenza e alla vibrazione”.
“La scienza non è nient’altro che una perversione se non ha come suo fine ultimo il miglioramento delle condizioni dell’ umanità”.
Bibliografia e Sitografia :
https://dabpensiero.wordpress.com/2009/11/23/larte-anticipatrice-di-nuovi-paradigmi/
Fritjof Capra, “Il Tao della fisica”, Gli Adelphi, 2007
https://www.dionidream.com/il-corpo-umano-emette-comunica-attraverso-ed-e-fatto-di-luce/ )
Vincenzo Primitivo-Il DNA spazzatura è un ‘antenna di biofotoni- SCIENZA e CONOSCENZA
http://www.pennematte.it/wp-content/uploads/pdf_opera/usr5365/13776.pdf
http://www.lastoriavariscritta.it/dna-un-sistema-biologico-ricetrasmittente/#sthash.Pw2gSb5o.dpbs
http://www.mizar100.it/i_biofotoni.htm
http://ilnuovomondodanielereale.blogspot.it/2015/06/nikola-tesla-noi-siamo-luce-noi-siamo.html
http://www.focus.it/cultura/storia/nikola-tesla-storia-di-un-genio-truffato
“Entanglement? Ho chiuso gli occhi alla verità! “
https://gaetaniumberto.wordpress.com/2015/03/12/le-scoperte-di-nicola-tesla-volutamente-occultate-allumanita
http://semplici.emozioni.forumfree.it/?t=71588283
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