“Sognare l ‘Oltre“ – Daniela Biganzoli Dab)
Nella realtà odierna, soprattutto in Occidente, la nostra mente viene improntata alla razionalità, a discapito dell’intuito, e questo non è affatto un bene.
Premetto che il nostro cervello è formato da due emisferi, ciascuno con particolari funzioni. L’ emisfero sinistro, collegato con la parte destra del nostro corpo, è sede del conscio, del pensiero razionale, logico, analitico e matematico. L’ emisfero destro, collegato alla parte sinistra del nostro corpo è sede dell’inconscio, del pensiero intuitivo, creativo e olistico. I due emisteri sono collegati dal Corpo Calloso.
La situazione ottimale vorrebbe l’equilibrio fra questi due emisferi, ma il nostro tipo di educazione spinge verso l’opposto. Studi effettuati sulle menti di GENI, quali Leonardo da Vinci o Einstein hanno evidenziato che in questi uomini i due emisferi lavoravano in egual misura. Le stesse parole di Einstein ci fanno comprendere l’importanza del compito svolto dall’ emisfero destro:”La mente intuitiva è un dono sacro e la mente razionale è un fedele servo. Noi abbiamo creato una società che onora il servo e ha dimenticato il dono.” e ancora :”L’immaginazione è più importante della conoscenza“.
I geni sono tali perchè si servono dell’immaginazione, della creatività per applicare conoscenze razionali fuori dalle logiche comuni. Ovviamente il caso dei geni è rarissimo, ma la nostra educazione fin da piccoli deve procedere verso una rivalutazione dell’importanza della nostra parte intuitiva. A conferma di ciò riporto le parole del Prof. Paolo Manzelli: “Il pensiero creativo diventa benessere mentale e fisico in quando si propone come alternativa valida ad escludere i pensieri negativi che limitano la capacità di esplorare il mondo interiore ed inoltre permette di utilizzare a pieno le multiformi capacità cerebrali con il relativo beneficio“.
Lo stesso Spinoza vedeva l’intuizione come unica possibilità per arrivare alla conoscenza, cioè a Dio.
Un piccolo approfondimento…
In un discorso tenuto a Berlino, Einstein disse: «L’esperienza più bella e profonda che un uomo possa avere è il senso del mistero: è il principio sottostante alla religiosità così come a tutti i tentativi seri nell’arte e nella scienza. Chi non ha mai avuto questa esperienza mi sembra che sia, se non morto, allora almeno cieco. È sentire che dietro qualsiasi cosa che può essere sperimentata c’è qualcosa che la nostra mente non può cogliere del tutto e la cui bellezza e sublimità ci raggiunge solo indirettamente, come un debole riflesso. Questa è la religiosità, in questo senso sono religioso. A me basta la meraviglia di questi segreti e tentare umilmente di cogliere con la mia mente una semplice immagine della sublime struttura di tutto ciò che è lì presente» (Fonte: Brian, 1995, p. 234).
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